lunedì 26 giugno 2017

METAFISICA DELL'ORA PRESENTE

1.
Mi sto convincendo sempre di più che le risposte ai problemi del mondo attuale ricavate dalla lettura di autori tradizionali o perennialisti che dir si voglia, ebbene le formule risolutive – schematizzo - di estraniarsi verso una dimensione iperuranica, o lottare senza agire, ed altre perle di saggezza orientale, sono inefficaci alla luce di quanto vedo e sento. Il ritorno al neopaganesimo consigliato dalla redazione di EreticaMente, le conventicole evoliane che ripetono di rimanere ritti in mezzo alle rovine del mondo moderno, i cenacoli guenoniani che fanno del motto “non contate su di noi” il loro programma esistenziale, ecco, danno indicazioni astratte a questioni concrete. Trovo in loro un difetto metodologico e, direi, pure dottrinario. Innanzitutto il prima cattolico, poi gnostico, e ancora massone René Guénon divenuto infine islamico, in una fase drammatica della storia europea e mondiale, tra le due guerre, pensò bene di fare una fuitina in Egitto e rimanerci, si fece una nuova famiglia e visse di rendita grazie alle facoltose risorse del suocero. Ora, denunciare il mondo moderno analizzandone cause e sviluppi; almanaccare di simboli e dati tradizionali e delineare la fine del ciclo cosmico; indicare vie iniziatiche possibili sebbene poco praticabili dai più; inoltrarsi nelle teoretiche degli stati molteplici dell'essere aspettando gli oracoli che prefigurano l'avvento del Re del Mondo; beh, è esaltante ma poco fattibile quando dobbiamo far quadrare i conti con la Storia nonché il bilancio familiare. Altrimenti si scade nel fanatismo delle insane scolastiche sorte intorno ad Evola e Guénon. Il mito incapacitante rischia di realizzarsi quando seguiamo le istruzioni su come cavalcare la tigre, se poi Equitalia ci pignora casa. È frustrante scoprire che il cammino iniziatico più volte auspicato come Liberazione dalle correnti del divenire, si confonde con l'amaro calice del contingente. La Tradizione, sì, proprio quella con la maiuscola, non è una cuccia calda dentro cui riposare sognando cavalieri erranti e principesse da salvare; né è una scusa per trovare qualche improbabile quarto di nobiltà: essa è una corrente vivente che assume forme sempre nuove, benché difficili da scoprire. Seguire un percorso iniziatico, che non sia la burletta (comunque fatale) massonica, anche solo per sopravvivere tra le rovine del mondo, è impresa eroica, da monaco-guerriero, forse fuori portata a meno di un intervento divino, che non va certo escluso a priori. Le influenze spirituali sono decisive per ogni illuminazione, ma a noi spetta un carico di lavoro asfissiante, tremendo, solo per scrollarci di dosso sedimenti psichici, abitudini zavorranti, pregiudizi; solo l'opera al nero talvolta dura un'intera vita terrena. E poi, dopo aver letto e studiato gli autori su menzionati, non vi ho trovato un aspetto che definire decisivo è dir poco. Quale? È una potenza dirompente, una forza inarrestabile che se canalizzata, non conosce ostacolo. Qualcuno lo avrà capito, ma prima di scriverla vorrei ancora dire una cosetta. I tradizionalisti hanno stupidamente messo tale sentire tra il devozionalismo e il sentimentalismo tipico del popolo bue e miope, insomma robetta da schiavi, da donnette, da sciampiste in cerca di avventure galanti, per intenderci. Cos'è? L'amore. È pur vero che oggi è affetto da riduzionismo ontologico, relegato com'è alla giornata degli innamorati e a programmi mefitici come quelli della signora De Filippi. Eppure è quella energia immane che anima ogni cosa. Ma chi non la sperimenta la nega. E trovo vergognoso per un essere umano, anche se si ammanta di status iniziatico, di rinnegare il sentimento per antonomasia, l'amore dono di Dio, fuoco alchemico, che tutto riscalda e trasforma. Oh certo, né Evola né il francese erano teisti almeno secondo la mia fede, e considerando Gesù un piccolo profeta della Galilea, non avrebbero mai potuto comprendere l'immensità e la regalità che promanava dalla Sua Persona, e questa posizione li rende deficitari, limitati, ignoranti. Soprattutto il duo ineffabile della Tradizione del XX° Secolo, non concepì la fondamentale trasmissione iniziatica dell'amore cosmico che l'uomo-Dio ci regalò, senza ritualistiche o tecnologie interiori. Amore capace di attingere al Regno di Dio. Basterebbe studiarci il sufismo o i Fedeli d'amore, o anche avvicinarci all'esperienza Rosa+Croce, per convincerci che un patrimonio inestimabile è alla portata di ognuno di noi sebbene occultato dal materialismo distruttore in cui viviamo. L'amore è l'unica forza che contrasti il secondo principio della termodinamica, essa agisce a tutti i livelli della Realtà senza mai esaurirsi.
Non voglio disconoscere gli elementi genuini dell'antica sapienza che gli autori suddetti hanno raccolto e divulgato. C'è dell'autentico, del grandioso, tra le pagine di Guénon ed Evola, ma senza quella forza rigenerante, che tutto rettifica e redime, non saremo salvi né liberi.

2.
Chiunque adotti la tecnica di utilizzare una comunità, una nazione, il mondo, un Io di gruppo che si identifica in una credenza, una cultura, un'etnia, per opporre e schiacciare chi la pensi diversamente, è alimentato dalle stesse energie oscure dell'Io che in nome delle proprie credenze è disposto ad ogni violenza, fisica morale economica. È pur vero che l'Io ha una effimera consistenza in quanto agglomerato di ideologie, di energie psichiche pescate dal subconscio, tuttavia è abbastanza duraturo da imporre il proprio dominio, anche per una vita d'uomo. Lo scontro di civiltà, oggi, è una chimera, in realtà sia l'Occidente che l'Islam sono facce della stessa medaglia degenerata, hanno alla base gli stessi meccanismi: l'identificazione in uno schema e la proiezione della parte oscura non accettata, delle energie represse, su schemi diversi. Qualunque gruppo umano che si creda nobile, civile, superiore politicamente, nasconde in sé il veleno della separazione, il diavolo. Non è in ballo la sopravvivenza della civiltà occidentale contro il medioevo islamista, perché l'Europa è spiritualmente morta, per cui il nemico alle porte non ha il volto coperto e non agita la scimitarra, ma è già dentro la nostra anima dilacerata.
Su questo spazio virtuale, io e voi, tentiamo di dare un senso alla rabbia che ci pervade, contro tutto ciò che è informe, indistinto. Sembrerebbe una guerra di retrovia, velleitaria, tardiva, visto che abbiamo toccato il punto di non ritorno. Son convinto che esista un collegamento sottile tra pensiero e realtà manifestata. L'intento è creatore, dà forma all'energia che ci avvolge, modella il mondo in cui siamo immersi. La realtà non è più predeterminata ed obiettiva, dunque misurabile e descrivibile, ma indeterminata in quanto campo di possibilità. Aveva in questo ragione Mao, la realtà è una superstizione borghese. Allora c'è una possibilità di invertire la rotta? Siamo quattro gatti, è vero, ma se ci allineiamo in una certa direzione, quella originaria, anche i restanti, fossero pure moltitudine, sono indotti ad allinearsi per il principio magnetico che regola la materia e le anime. Se una élite governa il pianeta, avendo in pugno l'economia, la finanza, la politica, l'esercito, la polizia, questo dimostra che pochi individui nei posti cardine del sistema possono dominare tutto. Esiste una falla in ogni sistema, però. Qual è? È la legge della dialettica su cui si poggia, secondo cui un sistema non può essere modificato dall'interno, perché il soffio dell'idea, l'energia che anima l'intenzione di un cambiamento radicale non può essere costretta in un corpo rigido, per sua natura portato a perpetuare un assetto che garantisca la conservazione del sistema stesso e dunque del proprio potere. Il sistema è qualcosa di artificiale, di meccanico, potremmo dire oggi che è digitale, ha la sua forza nel suo limite. Pochi lo riconoscono. Gli apparati, i meccanismi, sembrano inviolabili, ma mancano di ossigeno poiché inorganici, privi come sono di anima. Un golem animato da qualcosa di disumano e perciò alieno. Per questo motivo è inutile entrare nella centralina, nella sala comando del sistema per sabotarlo: son solo macchine, altrove c'è il motore che lo fa muovere.
La Vita che è soffio divino, deve però poter fluire liberamente. La religione aperta al mondo, che ha ripudiato il sacro, è diventata come un contenitore in cui si cerchi di chiudere l'acqua che scorre. Ecco, la Vita deve poter fluire, diventare fede che si trasfigura nella conoscenza, che si fonda nella coscienza personale. Ma non prendete come assioma quanto vi accenno, verificatelo con l'occhio del cuore, non c'è logica della testa, sentitelo dentro. Io sento che in me c'è un seme splendente sin dal principio in forma latente; però è necessario sacrificare la mascherina di apparenze e convinzioni a cui ci siamo aggrappati per recitare in scena, affinché possa spaccarsi e germogliare. Abbandoniamo l'illusione di migliorare un sistema che difende strenuamente il proprio potere. Mettere una pezza ad un abito fatiscente è impresa vana. Siamo noi i protagonisti dell'impresa, quella di restaurare l'antica norma del Cielo.