lunedì 19 dicembre 2011

ITALIA: ULTIMO LEMBO DELL'IMPERO OSCURO D'OCCIDENTE

Rapporto sulla Governabilità delle Democrazie, pubblicato fra i documenti della Trilaterale (Triangle  Papers, New York University Press, 1975:
<<Il funzionamento efficace di un sistema democratico richiede una qualche misura di apatia e non coinvolgimento da parte di individui e gruppi>>, e in cui, a pagina 152, si propongono metodi per il controllo dei massmedia e degli <<intellettuali orientati ai valori>> (value-oriented intellectuals), che devono essere invece sostituiti da technocratic policy-oriented intellectuals, più adatti a capire le esigenze di una <<democrazia efficace>>. Finalmente, è il caso di dirlo chiaro e forte, l'Italia si è adeguata al progetto mondialista, grazie al nuovo Governo capitanato da Mario Monti.
La debolezza intrinseca del nostro sistema, guidato  da uomini di basso cabotaggio, inclini al vizio più triviale, alla demagogia più becera, senza una visione alta della Vita; tale limite non poteva che consegnarci completamente nelle mani di emissari di Saturno. L'ignoranza - avidya - è una colpa.

domenica 4 dicembre 2011

CHI GOVERNA L'ITALIA?

MARIO MONTI, UN MONDIALISTA ALLA GUIDA DELL'ITALIA

Da "IL FOGLIO" di giovedì 24 novembre 2011
Mario Monti, un mondialista alla guida dell`Italia VIAGGIO CIRCOSTANZIATO, CON ALCUNE SIGNIFICATIVE COINCIDENZE, NEL CURRICULUM ESEMPLARE DI UN PRESIDE TECNICO Questo articolo di Gianfranco Amato è stato pubblicato sul sito CulturaCattolica.it, curato da don Gabriele Mangiarotti Nel suo stellare curriculum il professor Mario Monti vanta anche studi esteri. Trascorre un anno presso la prestigiosa Università di Yale, dove diventa allievo di James Tobin, premio Nobel per l`Economia nel 1981. Non abbiamo prove di una sua affiliazione alla Skull and Bones, la celeberrima e potente società segreta di ispirazione mondialista che dal 1832 ha sede presso quel prestigioso ateneo statunitense. Abbiamo però la prova che il professore varesino rappresenti un autentico apostolo del pensiero mondialista. Tre inequivocabili circostanze lo attestano.
Mario Monti è membro del Bilderberg Group. La notizia è passata sui media con una certa nonchalance. Istituito nel 1954 presso il castello olandese di Bilderberg, questo esclusivissimo club si ritrova segretamente ogni anno per decidere del futuro dell`umanità. Si tratta dei centrotrenta uomini più potenti e influenti del mondo riuniti in una stessa stanza, che guardie armate tengono lontana da occhi indiscreti. In più di cinquant`anni d`incontri è sempre stata vietata la presenza della stampa, non sono mai state rilasciate dichiarazioni sulle conclusioni degli intervenuti, e non è mai stato svelato l`ordine del giorno. A prescindere da cosa realmente accada in quel segreto consesso, il solo fatto di come si svolga e di chi lo componga lascia alquanto perplessi, e non risponde certo a una logica di democrazia e trasparenza. Fino all`ultimo momento resta occulto il luogo degli incontri e si interviene solo su espresso invito, che non può essere pubblicamente divulgato, pena la mancata partecipazione. Per comprendere meglio di cosa si tratti è sufficiente leggere quanto sul tema ha scritto William Vincent Shannon, non esattamente un paranoico complottista, ma un prestigioso giornalista, redattore del New York Times e ambasciatore degli Stati Uniti in Irlanda durante la presidenza Carter (1977-1981): "I membri del Bilderberg stanno costruendo l`era del post nazionalismo: quando non avremo più paesi, ma piuttosto regioni della terra circondate da valori universali. Sarebbe a dire, un`economia globale; un governo mondiale (selezionato piuttosto che eletto) e una religione universale. Per essere sicuri di raggiungere questi obiettivi, i Bilderberger si concentrano su di un `approccio maggiormente tecnico` e su dì una minore consapevolezza da parte del pubblico in generale".
Del resto, lo stesso fondatore del Bilderberg Group, il principe Bernardo d`Olanda, sul punto era stato chiaro: "E` difficile rie- ducare gente allevata al nazionalismo all`idea di rinunciare a parte della loro egemonia a favore di un potere sovranazionale".
Onesto, a suo modo, è stato pure David Rockefeller - altro Bilderberg di razza -, il quale ha lasciato scritto nelle sue Memorie (2002): "Alcuni credono che facciamo parte di una cabala segreta che manovra contro gli interessi degli Stati Uniti, definendo me e la mia famiglia come `internazionalisti`, e di cospirare con altri nel mondo per costruire una più integrata struttura politicoeconomica globale, un nuovo mondo, se volete.
Se questa è l`accusa, mi dichiaro colpevole, e sono orgoglioso di esserlo".
Il Times, che non può certo definirsi un foglio complottista, nel 1977 descrisse i membri del Bilderberg Group come "una congrega dei più ricchi, dei più economicamente e politicamente potenti e influenti uomini nel mondo occidentale, che si incontrano segretamente per pianificare eventi che poi sembrano accadere per caso".
A conferma, si possono elencare alcune singolari coincidenze (per citare i casi più noti e più recenti) dovute a fatti accaduti dopo gli incontri del Bilderberg. Bill Clinton partecipa al meeting del 1991; vince le primarie del Partito democratico, e da oscuro governatore dell`Arkansas diventa presidente degli Stati Uniti nel 1992. Tony Blair partecipa al meeting del 1993; diventa il leader del Partito laburista nel luglio del 1994, e viene eletto primo ministro nel maggio del 1997, George Robertson partecipa al linee ting del 1998; viene nominato segretario generale della Nato nell`agosto del 1999. Romano Prodi partecipa al meeting del 1999;
riceve l`incarico di presidente dell`Unione europea nel settembre del 1999, ricoprendo tale incarico fino a gennaio 2005; nel 2006 viene eletto presidente del Consiglio.
Sembra confermata ancora una volta la saggia conclusione del barone Denis Winston Healey, ex ministro britannico della Difesa (1964-1970) e delle Finanze (]974-1979):
"Quel che accade nel mondo non avviene per caso; si tratta di eventi fatti succedere, sia che abbiano a che fare con questioni nazionali o commerciali, e la maggioranza di questi eventi sono inscenati da quelli che maneggiano la finanza". Per chi volesse saperne di più, consiglio la lettura di un ottimo testo intitolato "The True Story of the Bilderberg Group", di Daniel Estulin, un libro di 340 pagine - corredato da una preziosa documentazione - che raccoglie i risultati di una indagine durata anni sull`intoccabile gruppo elitario di cui la stampa ufficiale appare sempre reticente.
La seconda prova dell`indole mondialista del nostro esimio professor Monti, risiede nel fatto che egli faccia anche parte della Trilateral Commission. Anzi, per essere pre- cisi, ricopre la carica di presidente per l`Europa nel triennio 2010-2012. Chi ha l`avventura di accedere al sito ufficiale di quella istituzione (www.trilateral.org), troverà, infatti, una lettera di presentazione sottoscritta da Mario Monti, quale European Chair, da Joseph S. Nye, Jr., quale North American Chair, e da Yotaro Kobayashi, quale Pacific Asian Chair, con tanto di fotografia. Ufficialmente si tratta di un think-tank fondato nel 1973 da David Rockefeller con forte impronta mondialista. Il professor Piergiorgio Odifreddi (lontanissimo per idee da chi scrive) ha invece liquidato il prestigioso pensatoio internazionale definendolo, su Repubblica (9.11.2011), "una specie di massoneria ultraliberista statunitense, europea e nipponica ispirata da David Rockefeller e Henry Kissinger". Quella di Odifreddi non rappresenta, ovviamente, l`unica voce critica nei confronti della Trilateral. Nel 1979 l`ex governatore repubblicano Barry Goldwater la descriveva come "un abile e coordinato sforzo per prendere il controllo e consolidare i quattro centri dí potere: politico, monetario, intellettuale ed ecclesiastico grazie alla creazione di una potenza economica mondiale superiore ai governi politici degli stati coinvolti". Lo scrittore francese Jacques Bordiot, sosteneva, inoltre, che per far parte della Trilateral, era necessario che i candidati fossero "giudicati in grado di comprendere il grande disegno mondiale dell`organizzazione e di lavorare utilmente alla sua realizzazione", e precisava che il vero obiettivo della Trilateral fosse quello "di esercitare una pressione politica concertata sui governi delle nazioni industrializzate, per portarle a sottomettersi alla loro strategia globale". Il canadese Gilbert Larochelle, professore di filosofia politica presso l`Università del Quebec, nel suo interessante saggio "L`imaginaire technocratique", pubblicato a Montreal nel 1990, ha definito, più semplicemente, la Trilateral come una privilegiata élite tecnocratica: "La cittadella bilaterale è un luogo protetto dove la téchne è legge e dove sentinelle, dalle torri di guardia, vegliano e sorvegliano. Ricorrere alla competenza non è affatto un lusso, ma offre la possibilità di mettere la società di fronte a se stessa. Il maggiore benessere deriva solo dai migliori che, nella loro ispirata superiorità, elaborano criteri per poi inviarli verso il basso". Il connotato resta sempre il medesimo: poca democrazia e poca trasparenza. Piccolo inciso legato all`attualità della cronaca politica: un altro italiano membro della Trilateral è l`onorevole Enrico Letta, al centro di una polemica per uno strano biglietto inviato al consociato professor Monti.
La terza prova della visione mondialista di Super Mario sta nel fatto di essere un uomo Goldman Sachs. Per comprendere la
reale natura di tale istituzione non occorre addentrarsi nei siti complottisti. E` sufficiente leggere sul Monde del 16 novembre 2011 (giorno dell`investitura di Monti) l`articolo di Marc Roche, corrispondente da Londra, dal titolo sintomatico: "La `frane mavonnerie` européenne de Goldman Sachs".
Si tratta di una vera e propria requisitoria contro la potente banca d`affari, dall`incipit particolarmente duro: "Ils sont sérieux et compétents, pesant le pour et le contre, étudiant les dossiers à fond avant de se prononcer. L`économie est leur péché mignon.
Ils ne se découvrent que très rarement, ces fils de la Lumière entrés dans le Tempie après un long et tatillon processus de recrutement. C`est à la Pois un groupe de pression, une amicale de collette d`informations, un réseau d`aide mutuelle. Ce sont les compagnons, maitres et grands maitres amenés à `répandre dans l`univers la vérité acquise en loge"`.
Per il Monde, Goldman Sachs funziona come la massoneria, in cui ex dirigenti, consiglieri ma anche trader della banca d`affari americana si ritrovano oggi al potere nei paesi europei chiave per la gestione della crisi finanziaria. In Europa Goldman Sachs si è fatta fautrice di una forma di "capitalismo delle relazioni", e punta a piazzare i suoi uomini senza mai lasciar cadere la maschera.
Può sembrare esagerato il giudizio del Monde, ma forse non lo è se si pensa a un`altra singolare coincidenza. Si tratta del fatto che l`omologo greco di Mario Monti, il professor Lucas Papademos (anch`egli studi statunitensi), già vicepresidente della Bce (dal 2002 al 2010), e ora tecnocrate mandato a commissariare il governo ellenico, è un altro uomo Goldman Sachs. Oltre che - guarda caso - membro anche lui della Trilateral Commission. Il panorama si fa ancora più inquietante se si considera che l`uomo Goldman Sachs più potente in Europa è Mario Draghi. Nonostante tutte queste sinistre coincidenze, faccio ancora fatica a cedere alle suggestioni complottiste. Confesso, però, che quando ho letto sul quotidiano economico Milano Finanza che è stata proprió Goldman Sachs a innescare l`ondata di vendite di Btp il 10 novembre scorso, un pensiero cattivo mi ha attraversato la mente.
Sarà forse perché il giorno prima, il 9 novembre, Mario Monti è stato nominato senatore a vita dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Una settimana dopo sarebbe diventato premier sull`onda degli spread. Coincidenze.
Che cosa accomuna il Bilderberg, la Trilateral e Goldman Sachs? Il fatto di essere circoli elitari interessati a creare un`economia globale e un governo mondiale (selezionato più che eletto) . E di avere tra i soci il Professore. E che ci fa Enrico Letta, l`uomo del bigliettino, nella Trilateral?
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Tratto da rassegna stampa www.Governo.it

mercoledì 9 novembre 2011

L'IMPERO OSCURO: PROSSIMAMENTE SU QUESTI SCHERMI

I bankieri hanno finalmente vinto, uscendo allo scoperto, senza più mascheramenti. Sono c**** amari per tutti. Mettere in mano agli gnomi della finanza i destini dei popoli, è come promuovere Dracula primario del pronto soccorso. La politica è morta. L'occidente è in agonia. Ed io sono veramente indignato, però vivo e vegeto.

Ma andiamo con ordine.

Le vicende della politica italiana che hanno portato ormai alla crisi di Governo e conseguenti dimissioni del premier Silvio Berlusconi, unite a doppio filo alla crisi dei mercati finanziari internazionali, rappresentano la grande mossa del mondialismo. Meglio, direi sono la svolta terribile e senza ritorno che un pugno di uomini ha realizzato attraverso del piano antico di istituire un sistema per uccidere i popoli, le loro tradizioni, culture e, soprattutto, la libertà di ogni uomo di decidere il proprio destino seguendo una visione, una idea-forza. Altri prima di me e con più dottrina, hanno delineato i profili del Nuovo Ordine Mondiale, le sue armi e le sue strategie. Non mi dilungherò ulteriormente a fare la storia occulta che ci ha preceduto e che ci ha portato alla situazione attuale. Era scritto. Era pianificato. Era profetizzato. Eppure, come una valanga che progressivamente aumenta di velocità e tutto travolge, così il padrone del mondo si sta intronizzando, con la sua numerosa e ossequiosa corte, e con forme titaniche di comando e volontà, governerà per fondare l'Impero Oscuro. 

L'Occidente - l'ultima grande civiltà in ordine temporale - implode, la sua fiamma si consuma a ritmo vertiginoso e sembra non avere più vita, più forza.

I bizantinismi della politica son solo pantomime per il sollazzo della corte imperiale, l'economia e la finanza forniscono sangue al padrone del mondo. Non fermiamoci perciò alla scorza delle cose. Qui si sta compiendo il dramma di un mondo che ha perduto la sua stella polare. Qui si giocano le sorti di un mondo che ha delegato ad altri la guida del suo cammino. La piccola cronaca di questi giorni che vede politici alla ricerca di soluzioni alla crisi in corso, cariche istituzionali impegnate a salvaguardare dignità e onore della nazione, sono quisquilie, pinzellacchere, a fronte di potenze sovrannazionali, oligarchi-arconti dalla fame vampirica. 

Non bastano le categorie della politica e dell'economia a spiegare ciò che sta accadendo nel mondo. Se persino Santa Romana Chiesa si accoda alla tesi secondo la quale sarebbe necessario un supergoverno mondiale  che risolva i problemi dei singoli popoli, allora possiamo affermare senza tema di smentita che viviamo i tempi della fine. Le istituzioni politiche e religiose segnano drammaticamente il passo. Altri hanno in mano il timone e deciso la rotta e non parlo di esseri umani, no, ma di forze spirituali, con capacità di distruzione geologica e di influenza psichica. 

Chi mi segue sa che il luogotenente o se volete il vicerè, la Salamandra, dell'Impero non è un simbolo ma una persona, mentre la corte e l'imperatore non sono umani. È evidente che entriamo in un clima specialissimo, che i benpensanti nemmeno concepirebbero, ma se i profani sono lontani da certi orizzonti e tesi, lo sono purtroppo pure i chierici, i quali si riempiono la bocca di enunciazioni teologiche, parlano di spirito, ma son per prima loro che non credono  a tali realtà invisibili. Vi sono qualificate eccezioni, vivaddio. Ora, detto questo, bisognerebbe prefigurare gli ulteriori sviluppi del futuro prossimo, per sommi capi. Ho già detto e scritto su possibili scenari, non mi va di strologare, lascia volentieri all'etnologo-corvide l'onere di profetizzare. Chi conosce i dati tradizionali, si limita a disegnare un quadro senza completarlo, perché dobbiamo ancora costruire il nostro futuro, e comunque non sarebbe nemmeno sufficiente. Entreranno in campo forze spirituali non quantificabili, avverranno stravolgimenti a livello spaziale temporale psichico. Quindi, non ha senso far previsioni. Una cosa sola è certa. Sappiamo già chi vincerà, perché ha gia vinto.







lunedì 31 ottobre 2011

NON C'È PIÙ RELIGIONE


Il documento stilato dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, intitolato Per una riforma del sistema finanziario e monetario internazionale nella prospettiva di un’autorità pubblica a competenza universale, leggendolo con la dovuta attenzione, con tristezza somma mi appare – e non ci vuole un genio o un profeta per interpretarlo – un'adesione in punta di piedi ma decisa al programma massonico mondialista. Senza scomodare tesi cospirazioniste, ma pare che quel famigerato fumo satanico che sarebbe entrato in San Pietro – non lo dico io, lo disse Papa Paolo VI° - sia diventato un incendio devastante. Ma Benedetto XVI° lo ha visionato? E se sì, allora c'è un problema. Mammona Satana Iside Shiva Dioniso e compagnia orrorifica, hanno preso dimora stabile nei centri nevralgici dell'Orbe e dell'Urbe. Chi ci difende più dalle coorti demoniche? Chi sarà il bastione contro le schiere maligne e oscure della dissoluzione? Le Istituzioni umane hanno da tempo sbracato aprendo le porte del castello al nemico; quelle religiose... beh, la Chiesa Cattolica qualche cedimento sembra averlo. Oppure è una nuova strategia per aprirsi al mondo, come un mal compreso Concilio Vaticano II° indicava? Oggi gli alti prelati, quelli per intenderci che sfilano pieni di cerone davanti alle telecamere di Mediaset e Rai, adottano una filosofia che gli permette di stare a galla: piacere alla gente che piace. Così facendo, non si fa opera di apostolato, ci si vende al miglior offerente. 
Non mi stupisco in realtà. Da tempo denuncio che la struttura psicoanimica dell'umanità è corrosa; meglio e prima di me, altri osservatori delle umani cose, lo avevano predetto. Il relativismo per Benedetto XVI° è il male dell'umanità; io più modestamente, ho ragione di credere che in realtà il male dell'umanità sia l'apatia, la viltà, la mancanza di passione, verso ciò che vale, verso un ideale, un principio, una causa alta. Sono i tiepidi, quei borghesucci dalle mani untuose e dalla fiatella spinta generata da diete e digiuni, quelli che non prendono mai posizione su niente o, al massimo, fanno del cerchiobottismo una filosofia di vita; dicevo, i tiepidi son quelli che per una concezione distorta del dialogo e del rispetto, cedono ad ogni pressione, ad ogni tendenza, ad ogni moda culturale. Ominicchi per tutte le stagioni. Ma non sono così per genetica, no, sono così per vigliaccheria. Donabbondi riveduti e ripuliti, che leggono il teologo (?) Mancuso perché è figo e democratico (scrive per Repubblica, ovvio); firmano manifesti contro chi abbandona i cani d'estate e sono a favore di aborto ed eutanasia, votano a sinistra  perché moralista ed eticamente e antropologicamente superiore, ma poi vanno a puttane come Berlusconi (e da un trans ogni tanto). Appoggiano come fa Draghi gli inc****** e poi evadono il fisco e denunciano la malasanità e il sistema pubblico della scuola (ma i figli li mandano  a studiare in Inghilterra e negli Usa). Insomma, avete capito cosa intendo. Relativismo male del mondo? Troppo soft. Sono gli stronzi genetici, i paraculi professionisti, i furbetti del quartierino, i fankazzisti della politica del malaffare, quelli che contribuiscono ad alimentare questo oceano di merda durante una tempesta perfetta. Che c'entrano con satana e il mondialismo? Sono gli utili idioti che vanno ad affiancare e sostenere gli imperialisti dell'oscuro signore. Li avete presenti gli orchetti del romanzo Il Signore degli Anelli? Ecco, quelli sono nella loro forma mostruosa, l'anima dei borghesi.
Che fare?
Aprirsi alla Luce per risvegliare la Luce che è in noi. Le chiese passano, Dio resta.

lunedì 12 settembre 2011

11 SETTEMBRE 2001: OPERAZIONE H


CANCELLA L'ACCA
L'11 Settembre 2001, New York e gli Stati Uniti subirono un colpo terribile, inusitato, imprevisto. L'attacco alle torri gemelle e i morti ammazzati furono un dramma nel dramma. Vite spezzate, innocenti martiri della perfida politica tra Stati, divennero ignare pedine negli scontri tra poteri forti, di quelli che le cronache dei media non riportano. Ci accorgiamo, forse, proprio quando accadono questi fatti, che vi sono guerre tacite, non dichiarate; che le vittime del duemila-e-uno sembrano appartenere a rituali dove si delinea la necessità di sacrificare ad una qualche divinità oscura e famelica donne e uomini, come quelli in uso presso le civiltà precolombiane: Piramidi del Sacrificio. Ci accorgiamo, forse, che le notizie in nostro possesso derivate dagli organi ufficiali di informazione sono filtrate e manipolate, ma poco o punto possiamo contro il muro di gomma dell'omertà, della menzogna che il sistema allestisce per neutralizzare la consapevolezza dei popoli. Del resto, una norma non scritta guida le azioni delle oligarchie dominanti: tutte le risorse economico-finanziarie e le ultime verità, devono rimanere ben salde nelle mani di pochi, a tutti i costi. Ed oggi, tra i mille problemi che ci angosciano, chi ha voglia e coraggio di andarsi a cercare la verità? Siamo sempre più obnubilati da banalità e bisogni falsi; sempre più preoccupati per l'avvenire dei nostri figli; sempre più inspessiti da una cultura di morte, da una filosofia di vita debole, orizzontale, senza prospettive alte. Insomma, siamo prigionieri dentro un mondo governato da aguzzini e garzoni di bottega, comandati da entità empie e infami e tuttavia, già, tuttavia la partita non è decisa. Ho ragione di credere, anzi, ne sono certo, che l'uomo ha in sé intelligenza, volontà e sentimento per rivedere le stelle. Ho ragione di credere che il Bene comunque abbia la meglio su tutti i propositi maligni. Niente di distruttivo può affermarsi in eterno. Invece c'è sempre chi rompe le palle pure in una cesura epocale drammatica. I neognostici ritengono un cattivo dio quello di Abramo e di Mosè; i saputelli dell'ultima ora, ripetono stancamente la vecchia storiella eretica, secondo la quale la creazione è il male, la carne è il male e solo loro, esoterici illuminati, potranno mettersi in salvo dalla catastrofe imminente insieme ai pochi devoti che li adorano. Per l'umanità non vi sono possibilità d'appigli tradizionali, secondo i nuovi catari. Gli angeli sarebbero, secondo loro, demoni-alieni e la Chiesa di Cristo una specie di spectre fetente e assassina, i gesuiti poi assumerebbero il ruolo di braccio armato del potere mondiale, e via elencando. I rompipalle esoterici alla Mike Plato – tanto per rimanere nell'orto italico – son malati di sindrome d'interpretazione, come gli psicanalisti che vedono 'piselli' dappertutto (che abbiano disfunzioni erettili?). Ossessionati dal simbolismo, leggono ogni accadimento come segno che rimanda ad un altro segno ancora e così all'infinito. Nemesi divine si abbatterebbero su New York attraverso... temporali di fine stagione (perché di questo si trattava); le ultime news campagnole dei cerchi nel grano, ci racconterebbero epopee cosmiche per avvalorare le tesi di Plato stesso; al confronto il buon Charles Hoy Fort era un cartesiano. Ma per favore. A furia di strillare, gli esoterici da operetta non si accorgeranno del baratro in cui si troverà questo povero mondo. Quando si farà sul serio, Plato e i suoi fans staranno ancora leggendo l'ultimo numero della Marvel comics per documentarsi. Amici, l'11 Settembre del 2001 sono crepate persone reali, impazziti i loro congiunti e parenti, impaurite milioni di persone. L'urlo collettivo di quei tremila morti si è inteso a distanze galattiche. Goeti sempre all'opera, hanno tentato di impadronirsi dei residui animici lì presenti. Il perverso rituale faceva parte di un piano, ben lungi dalle tesi di Giulietto Chiesa e di tutti i professionisti del complotto. Il fondamentalismo di matrice mussulmana ne ha rivendicata la responsabilità: mentivano. Chi o cosa c'era dietro l'attentato? La CIA, l'NSA, l'FBI, le Forze Armate statunitensi? Oppure i rettiliani di David Icke con l'MI6 al completo?

La Regina Vittoria ebbe un ruolo determinante nell'accrescere l'impero Britannico: assoldò pirati, serial killer, tagliagole della peggior specie, senza il benché minimo imbarazzo. Non era la mera conquista di una egemonia economica finanziaria nel mondo, c'era ben altro in ballo. Così, dietro l'attentato mortale alle Twin Towers, non ci sono interessi geopolitici e religiosi del capo terrorista di turno, ex alleato per giunta. Sono solo pedine di un tremendo gioco senza esclusioni di colpi. Pedine teleguidate come teleguidati erano gli aerei dirottati contro gli USA quell'11 Settembre. Le vittime rientravano in un piano sacro, ma di una sacralità bestiale, antiumana. Vediamo, se possibile, di delineare un volto, una cornice, un quadro di riferimento per capire chi ha osato uccidere tutti quei poveri cristi. Il simbolo ha la sua ragion d'essere se il messaggio che contiene arriva subito alla coscienza, altrimenti è solo cibo per addetti ai lavori.
Gli imperi cadono, ne sorgono altri. Sia per implosione dovuta a decadenza, sia per debolezza rispetto ad un nuovo potere che si impone, essi hanno comunque un destino segnato. Il segno di Roma è sopravvissuto sotto forme occulte, quello inglese (che ne copia strategia e, in un certo qual modo, visione) lascia il testimone fittizio alla Nuova Roma d'Occidente, gli Stati Uniti d'America. Le componenti magiche sopravvivono a Londra e checché ne dica quel furbetto cialtrone di Dan Brown, negli Usa si scimmiottano riti e simbologie. Ora, non c'è potere che non abbia in sé una energia che lo qualifica, lo sostenga, un esoterismo che ne guidi l'operato. Non è materia per analisti d'Intelligence né per politologhi. Di metapolitica parliamo, ma per stare bassi, trattasi di criptopolitica.

Son duemila anni che ci provano a far tornare dal lungo esilio gli Dèi dell'Egitto. Essi, a dirla tutta, non erano spariti del tutto. Come più volte ho affermato (C.G.Jung pure, ma per lui era una cosa buona), si son nascosti nell'inconscio di ogni povero uomo. L'inconscio è sì la discarica umana personalizzata, ma ha la caratteristica di collegarsi ad ogni inconscio del pianeta, in una rete fognaria che tutto copre. È il regalino dell'era oscura. Noi uomini un tempo lontano, quando il tempo era galantuomo, camminavamo a fianco di Dio, dentro avevamo il Sole e non esistevano sottoscala tetri e sporchi, la mente non era bicamerale e poteva vantare vastità, naturalezza, fluidità e purezza cristallina, viaggiavamo tra universi, poi... sapete tutti come è andata. Crollo verticale, lacrime e sangue, guerre, egolatria, segreti custoditi da una minoranza cosiddetta illuminata. Altre divinità con ben altri scopi si presentarono all'orizzonte dell'uomo. Volevano essere adorati, serviti; esigevano sacrifici e ci relegarono in una prigione, senza scelta, senza possibilità di fuga. Poi, si manifestò una Luce umile e grandiosa: un Dio si fece uomo, assaporò l'amaro calice, visse la nostra dimensione, ci rese liberi dicendo che il Regno era dentro di noi. Non volle essere adorato, ma ci insegnò la Via regale, quella del Fuoco. Poi successe che l'uomo sentì il bisogno di strutturare l'insegnamento cristico, di rendere il messaggio codificabile, di incapsularlo, di mediarlo perché altrimenti – dicevano - il popolo dei credenti avrebbe fatto cattivo uso della libertà spirituale; in fondo la vecchia prigione esoterica (cfr. Jean Josipovici) poteva sempre servire. Sorse tutta una nomenklatura. Il resto è storia recente.

Per tornare all'11 Settembre 2001, esso è un segno mortale e definitivo della fine di un impero, quello americano. Le Due Torri, colonne e fondamento d'America, crollano abbattute da ordigni impropri made in USA. Il Nemico non spreca niente e tutto u.s.a.. Chi sono? Le staffette che annunciano il Nuovo Impero Mondiale. Parlano sempre inglese. E sono feroci come leoni affamati da tempo. Chi li comanda?

Troverete traccia del suo nome nel nome in cui viene chiamato il noto taxi di NY: yellow cab. Il giglio è presente nel suo stemma, tanto per accennare al simbolismo. È un nobile, ma non ci tiene, sebbene la sua casata provenga dalla Venezia dei Dogi. Ha buoni rapporti con la Casa Reale Inglese e mi dicono fonti di solito ben informate che bazzica ambienti diplomatici pur non possedendo accrediti ufficiali. In Cina è di casa e ne apprezza la cultura del lavoro, anche se inculcata a bastonate. È consigliere defilato di alcuni primi ministri occidentali, quelli che contano ovviamente (Berlusconi non c'è sulla sua agenda moleskine rossa, ed è un bene). Sostiene la ricerca scientifica sulle malattie degenerative, in particolar modo ed è pure un fervente ambientalista, un convinto promotore dell'eutanasia, tifa per le energie alternative ma possiede azioni della principale corporation che estrae uranio. È ovviamente intimo della Salamandra, ma ambisce a diventare battitore libero, un giorno. La nanotecnologia è praticamente una sua invenzione anche se non brevettata (non gli frega un granché dei profitti, i soldi non fanno la felicità), ma ama la campagna e ovunque la Natura produca l'anima mundi. Ama il buon vino francese pur non disdegnando quello italiano, bontà sua. Non indossa orologi né usa cellulari. Chi desidera contattarlo, deve fare una lunga trafila e se ha fortuna lo può incontrare, ma decide lui luogo e orario. Cosa c'entra con l'11 Settembre 2001? Era dentro una delle Torri a flirtare con una stagista (è democratico) ed è riuscito a fuggire giusto in tempo. Come? Uno squillo sul suo cellulare lo ha avvertito e lui di rimando ne ha fatto un altro: lo start dell'operazione 'H' (ma non lo possedeva di solito?). A volte la combinazione...

venerdì 12 agosto 2011

DIARIO DI BORDO



Leggo sui blog di area, analisi sullo stato delle cose che risentono del pensiero dominante profano, razionalistico, spesso infantile anche per chi affronta tematiche di frontiera. Alieni scambiati per madonne, profezie usate come certezze, fisica dei quanti diventata toccasana spirituale, medicale ed esistenziale e via elencando. Mike Plato che pubblica interi libri di Dick, che considera autentiche gemme oracolari, quando in realtà sono elucubrazioni di uno scrittore alle prese con la sua schizofrenia; Corvide o come si chiama quell'etnologo svolazzante, che mischia cosmovisioni di fisica estrema con messaggistica spiritista di presunti veggenti, e il tutto per spiegare cosa sta succedendo prima dell'invasione/contatto di creature aliene (lui le chiama EME). Potrei citarvene altri, ma il punto è: la necessità di fondere scienza e metafisica, attraverso l'uso di alcuni aspetti di entrambe e nemmeno dottrinariamente precise; dicevo, la necessità di questa unione sembrerebbe più importante della giusta lettura di quello che sta accadendo di eccezionale. Perché infognarsi con autori aggravati da turbe psichiche allo scopo di capire questa nostra confusa realtà? Forse perché un fulminato vede meglio le macerie in questo pazzo mondo? Tra fulminato e illuminato, c'è qualche differenza, mi pare: il primo vede solo il buio e gli spettri che lo popolano, l'altro accende la luce e distingue le ombre dalle cose. Suvvia, è mai possibile che per guidare chi ci legge, usiamo guide cieche? Non discuto l'onestà di Corvide e reputo ottime alcune sue intuizioni, ma c'è bisogno di usare stralci di messaggi profetici di incerta origine onde suffragare le proprie tesi? Credo che si possa semplicemente sostenere il proprio punto di vista, con pezze d'appoggio più consone all'assunto iniziale. La profezia è un segno, una possibilità nel mare delle possibilità. Non la si può, non la si deve tirare per la giacchetta. Circa Philip K. Dick, non c'è bisogno che ne illustri i meriti in ambito letterario. La sua fantascienza ben registra le paure, le nevrosi, le allucinazioni di un'epoca, quella attuale, confusa e senza centro. Se c'è un limite in Dick, riguarda la sua totale mancanza di speranza, di dimensione trascendente. Valis, la sua ultima opera, è un tentativo un po' raffazzonato e semplicistico di perlustrare i sentieri della gnosi, come parametro per leggere l'uomo e il cosmo. Tutti noi abbiamo bisogno di un centro, un riferimento alto per viaggiare verso la meta. Come i pianeti, orbitiamo intorno ad un sole e quando usciamo da tale dinamica, vaghiamo pericolosamente verso l'ignoto. Le religioni tradizionali, con linguaggi e metodi diversi hanno tentato, con alterne fortune, di indicare una via e un punto cardinale. La rotta non sempre è lineare, spesso è lontana dalle sponde. Ci vuole una vista acuta che sa vedere lontano ma fa ugualmente attenzione ai particolare, alle coincidenze, ai segni. Ecco, i segni. Il nostro destino può avere un suo sviluppo, può dispiegarsi in tutta la sua portata se non confondiamo i segni.

Obama sta precipitando come le Borse americane ed europee; non sembra più il faro mondiale che giornalisti come Vittorio Zucconi (quando ne parlava si bagnava dall'emozione) consideravano. E che dire dell'ossesso Uolter Veltroni, in perenne ricerca di qualche padre spirituale, e trovatolo in Obama, tiene un suo poster nel salotto di casa, insieme a quello di JFK, del portiere Pizzaballa, figurina introvabile della Panini. Già, sembra proprio che i promotori del consenso abbiano di nuovo toppato eleggendo l'ennesimo supereroe di cartapesta. Perché? Lo ripeto da anni. Un cerchio sovrastrutturale domina il mondo da almeno due secoli e lo fa disinteressandosi dei popoli, anzi li uccide, per scopi innominabili. E la Casa Bianca direte voi? è una villa un po' cafona dove gli elettori made in USA scelgono l'inquilino, che o prima o dopo verrà sfrattato e tanti saluti. Chi è l'inquilino? Un utile idiota se obbedisce agli ordini, o un illuso se li contrasta, tanto alla fine c'è sempre lo squilibrato di turno che gli spara addosso. Kennedy era un illuso, i Bush facevano parte del salotto buono del club, Clinton c'aveva necessità erettili quotidiane per cui diventava facilmente ricattabile, Obama è un miracolato che non sa o non può far nulla. Punto. La crisi profonda dell'economia occidentale e del capitalismo, è l'effetto collaterale di un male preesistente all'origine del Nuovo Ordine Mondiale, nato per distruggere. La cultura del profitto, la società massificata, l'influenza psichica per condizionare l'individuo, l'incapsulamento delle coscienze, l'ottenebramento dell'anima per l'agire incontrastato di potenze dissolutrici, lo scatenamento degli istinti più infimi al fine di seminare panico e caos … con tali programmi dove volevano andare? Dove ci avrebbero portati se non verso il precipizio?
Quante buche ha fatto?

Supermacho? Ma per favore.

Lunga vita e prosperità? Per chi?
Dicevo di Obama. Oggi più di ieri è dimostrato che gli uomini che mandiamo al potere grazie alla tanto idolatrata democrazia, sono soltanto garzoni di bottega ai quali è affidato un compito che un padrone senza volto gli commissiona. La Salamandra – i bene informati assicurano che Lui vuole essere così definito – è il padrone, fatto di carne e ossa ma dal cuore alieno. Che fare allora, noi poveri mortali, figli del popolo? Smetterla di piangere, di fare spallucce, di chiudere gli occhi. Soprattutto smetterla di credere di essere mortali. Abbiamo tutti un destino stellare, il guaio è che non lo ricordiamo più.

domenica 10 luglio 2011

CONTRO I PROFESSIONISTI DEL COMPLOTTISMO


Ormai non passa giorni che sul Web non si leggano le più fantasiose teorie complottistiche cospirate da chissà quali orde di rettiliani. Questa nuova moda non fa altro che “annebbiare” il giusto binocolo con cui si dovrebbero osservare quelli che sono i veri di gruppi di potere tecnocratico. Il riferimento a lobby quali il Club Bilderberg o similari viene praticamente automatico. Ma l’informazione (s)corretta ha non poche difficoltà a difendersi da questo continuo propagarsi di derive complottistiche. Ciò non toglie che vi sia un dietro le quinte, un ulteriore livello che governa i potenti di questo mondo. L'ho non solo teorizzato, ma raccontato e descritto nei particolari. Senza bisogno di caricare, inventare, immettere effetti speciali.
La rete internet che ha permesso una certa libertà e divulgazione di idee ha di fatto anche annebbiato il limes tra fantascienza e realtà. Per uccidere l’informazione spesso basta affogarla nell’eccesso di essa e nell’esasperazione degli spazi di fruizione, più che nel negare gli spazi stessi. Comunque io diffido sempre dal ”vetero-complottismo” perché è riduttivo e soprattutto inibisce le difese immunitarie, dando per scontati dei processi storici tutt’altro che scontati. Serve una prassi fuori dalle dialettiche riconducibili alla linearità della storia e dalle dirette filosofie che ne discendono. Con una immagine:  prepariamoci per una “sfera caotica” dove tutto può accadere, piuttosto che per un “cerchio lineare determinato” in cui quel che accade è già scontato. Come gestire il kaos avanzante? Manteniamoci costantemente presenti dentro la nostra pelle, esercitarci attraverso tecniche di accesso, avere una condotta secondo un codice cavalleresco, disprezzare il facile comodo, disprezzare l’inutile lusso, essere uomini raffinati, ma essere uomini fermi. Mantenere la fedeltà della parola. E nel fisico esercitarci a combattere. Giorno verrà che sarà necessario esser pronti.

domenica 3 luglio 2011

ALLARME, ALLARME, GLI ALIENI SONO TRA NOI!




È ormai una moda culturale diffusa in certi ambienti spiritualistici e antagonisti al sistema dominante, ritenere scontato l’imbestialimento definitivo e irrevocabile dell’uomo, io però non sarei così drastico in quanto l’uomo, come ente naturale generico e perciò libero, non può essere addomesticato, se non imperfettamente e per un tempo molto breve. Io non ho paura delle utopie negative tipo Brave New World di Huxley o 1984 di Orwell, che sono altrettanto irrealistiche e inapplicabili delle utopie positive rassicuranti. E non credo neppure a David Icke, agente coperto dell' MI6 di Sua Maestà Britannica, che ben si innesta in quel milieu alternativo di persone che non credono a tutto quello che si racconta nei tg. Il suo lavoro principale è quello di svolgere la funzione di denunciare l'esistenza di gruppi, potentati economico-finanziari, alieni e maghi ancestrali che dietro le quinte della storia operano indisturbati, al fine di dominare i popoli; implicitamente, Icke afferma pure che chi governa il mondo è così potente e senza scrupoli che non lo si può sconfiggere. A meno ché non si vinca con l'amore universale, come sostiene sempre alla fine dei suoi ponderosi libri, lasciando intendere banalmente che il potere del sentimento umano sia in grado di sconfiggere il male per cambiere il mondo. Ma allora esiste o non esiste un complotto mondiale atto a governare popoli e coscienze? Il giornalista inglese sul libro paga dei servizi, assume pure quel particolarissimo ruolo ben delineato presso tutti gli uffici diplomatici di mezzo mondo: monopolizzare l’opposizione per facilitare la repressione nel regime.

Il Mondialismo attua in effetti la repressione, anche attraverso la partecipazione attiva nel meccanismo totalitario dei cosiddetti esperti di complottismo. Se l'ufologo Pinotti, il ricercatore Malanga, lo gnostico Mike Plato, gridano al mondo intero che alieni-demoni ci stanno 'fottendo' la vita, che demiurghi cattivi si infiltrano nelle menti di politici, preti e intellettuali, anch'essi rientrano nell'operazione Invasione. Non sono oche del Campidoglio che ci avvertono del pericolo, lo amplificano fino a renderlo banale e inverosimile. Come del resto fa David Icke, quando asserisce che i potenti del mondo sono dei lucertoloni travestiti con pelle umana. Leggetevi il bel libro per i tipi dell'Adelphi, Il Grande Gioco, di Peter Hopkirk, sulle diplomazie imperialiste inglese e russa, che nell''800 si contesero l'Afghanistan, l'Iran e l'Asia centrale, e capirete che certi giochi tragici del Potere son sempre gli stessi.

I protagonisti di tale strategia stanno preparando uno stato di coscienza collettivo di non belligeranza, di anomia, di nichilismo, per distruggere quelle categorie dell'anima che fanno di un uomo un uomo libero: l'intelligenza, la volontà e il sentimento. O sono scettico sulla presenza di extraterrestri ostili sulla terra, oppure vi credo senza se e senza ma, alla fine posso essere reso impotente se non conosco i meccanismi di pressione, di condizionamento, di alienazione che il nemico, chiunque esso sia, sta attuando indisturbato. Non vi sono due fronti contrapposti, due fazioni con identità definite. Il nemico è tra noi, silenzioso o mascherato da guida. Difficile scoprirlo. Impossibile vincerlo se siamo addormentati.

A furia di gridare 'al lupo, al lupo', quando sarà palese la presenza del predatore, saremo tutti intenti a leggere dei post che denunciano al mondo intero che gli alieni son tornati. Se temi l'assalto della bestia, copriti prima le spalle.

sabato 14 maggio 2011

BERLUSCONI NON C'ENTRA

Lo stato delle cose in Italia, intendo politico sociale culturale spirituale, sembrerebbe pessimo, caotico, dove un despota camuffato da showman governerebbe secondo interessi propri, fregandosene altamente del popolo. Così dicono i cosiddetti ben informati della fabbrica del consenso, ossia l'elite mediatico-intellettuale che, in realtà, domina  i poteri forti dal dopoguerra ad oggi. L'egemonia della sinistra in Italia, non è una leggenda metropolitana, è pura e semplice realtà fattuale. Scuola, giornali, editoria e in tutti quegli ambiti dove si fa opinione, state sicuri che sono occupati da una certa ideologia, quella progressista, tramite i suoi più allenati campioni, sinceri democratici, politicamente corretti, che impartiscono al popolo-bue cosa si deve pensare fare divertire cantare leggere votare. Però lo fanno dall'alto della loro superiore categoria antropologica, loro sì che sono 'colti e mangiati'. Scusate la battuta. Ma non è tutto. Col '68 c'hanno raccontato che la rivoluzione permanente era buona e bella, ci avrebbe liberato finalmente dai tabù cristiani, conservatori, passatisti. Col '68 una nuova era per l'Italia e il mondo occidentale sarebbe giunta, travolgendo il vecchio, il nostalgismo, i dogmi, Dio stesso. Tutti saremmo stati più liberi di fare il porco comodo nostro, abbandonando i logori vestiti dell'ordine, della disciplina, dei limiti, della famiglia tradizionale, perfino il sesso si sarebbe trasformato in una piacevole fogna di pulsioni, istinti, desideri estremi, e tutto questo senza sensi di colpa per assaporare di nuovo la mela edenica. I cattivi maestri di quegli anni, filosofi sociologhi psichiatri letterati-underground, ebbero un successo straripante ed insieme alla musica rock, o meglio, ad un certo messaggio che alcune rock-band trasmettevano, giuravano di far fuori il vecchio per un radioso futuro senza lacci né autorità. Uccisero il padre, che invece di fare il padre doveva diventare amico dei figli; uccisero la bellezza, l'estetica, l'arte, sostituendole col caos, l'informe, il patologico, il subconscio. La nutella era intercambiabile con la merda. Basta con i luoghi comuni, dicevano, basta con la metafisica, basta con la religione, basta con la civiltà reazionaria  fascista gerarchizzata. Basta, dicevano, perché bisognava far posto al... nulla pervadente e naufragarvi come in un sogno psichedelico. Lo psicologo ci diceva che dovevamo far uscire dagli strati più profondi della nostra psiche ogni cosa, così ci liberavamo per ritrovare il vero volto dell'essere. Totem e tabù dovevano essere distrutti, abbattuti, rimpiazzati con i nuovi idoli: l'autodistruzione soffice, la violenza liberatoria, lo stupro rituale. Vietato vietare, era il motto. Sganciarsi dalle sovrastrutture del pensiero forte per aprirsi alla debolezza, alla non-resistenza, la vera e propria chiave che ci avrebbe aperto le porte della percezione. Le droghe ci avrebbero poi dato la possibilità di fuggire dalla realtà asfissiante e fascistoide; lo zen riveduto e corretto poteva far traballare l'asse fondamentale dell'uomo: la volontà, l'intelligenza e il sentimento. Le nuove spiritualità d'oriente, o meglio, alcune tecniche dell'estasi, spurgate dalle strutture religiose e teologiche, ben rappresentavano l'arma letale per distruggere l'equilibrio psicoanimico dei giovani entusiasti ma con poco discernimento che si affacciavano alla vita. Il '68 ha fatto tanti e tali danni nella coscienza d'occidente che ancora ne paghiamo gli effetti. Ma non è finito il pericolo. Anzi. Il movimento si è arrestato, ma non è stato sconfitto chi lo ha ideato a tavolino. Il Potere, quello vero, reale, il leviatano pauroso, terrorizzante che dagli abissi marini sale in superfice per spallare tutto ciò che incontra, quel potere infero oggi è folle, disposto a tutto.   Usa armi le più sofisticate, quelle per il controllo psichico e cellulare, armi batteriologiche a discriminazione etnica, scie chimiche per i nostri cieli, manipolazioni climatiche e con l'aiuto dei saturniani, capace di distruzione geologica. Se prima usò la cultura per sovvertire il mondo, ora colpirà durissimo, fino alla fine dell'umanità. È un Potere folle, sì, senza più controllo, per tale motivo è imprevedibile. Cosa possiamo fare per difenderci dall'avanzante nulla? Abbiamo ancora la possibilità di restaurare l'antico assetto? Siamo capaci di distinguere il vero dal falso? Oppure abbiamo toccato il fondo e non riusciamo più a risalire? Io scorgo perfino in quegli anni destabilizzanti, i settanta, alcune fiammelle, che tra il caotico e l'oscuro sono sopravvissute, parlo della voglia di conoscere, sperimentare, lo slancio vitale verso l'alto, senza compromessi e senza chimiche. Tendo per cultura a separare l'essenziale dal superfluo, e vedo anime ritte, salde, di fede, magari senza religione ma alla ricerca del divino. Ecco, su queste vale la pena investire tutto ciò che abbiamo.

Attenti, però. Quando perdi il paradiso e smetti di credere che qualcosa di noi sopravviva a noi stessi, allora cerchi altre sopravvivenze, quelle superomistiche. Credi di poterti salvare da solo tra le rovine del mondo. Non è certo casuale che oggi il corpo sia oggetto di culto e premura da quando ha perso valore, perché non attendiamo più che risorga. In special modo in certi ambientini magico-esoterici, quelli che si autocertificano adepti, si ritengono speciali per compensare la perdita di eternità. Con questa presunzione, non c'è più posto per la Tradizione. Si crede che 'tutto converge in me, centro del mondo, non ci può essere altro, né prima né dopo'. Quindi se mi sento speciale, non ci può essere continuità, il filo si spezza. Si commette il più tragico degli errori, scambiare il desiderio con la realtà e la fantasticheria dal sapore gnostico con la Vita vera. Mettiamocelo bene in testa amici del blog; prendete appunti se necessario: noi siamo interpreti, strumenti che nel momento in cui scegliamo liberamente il Cielo, diventiamo come fili attraverso i quali passa la corrente elettrica, non siamo la luce, ma canali di afflusso che permettono alla luce di accendersi.

"Non mi sento tanto bene, però vedo lontano".

"Sotto induzione ipnotica incontro il mio angelo. Magari è un po' alieno e conturbante. Magari vorrebbe possedermi. Però vuoi mettere? Mi connetto con gli antichi dèi. Forse saranno buoni con me."
Tutto ciò che è quiete è bene. Tutto ciò che sale converge. Queste sono le coordinate per giungere  alla vera liberazione. (Angelo Ciccarella)

domenica 20 marzo 2011

FINCHÈ C'È GUERRA C'È SPERANZA



  • Sarkozy è uomo che gioca a fare l'uomo forte, deciso, cazzuto per usare un francesismo. In realtà è una delle tante mezzecalzette del panorama politico occidentale. Perché? Semplice, perché eterodirette, quindi a bassa responsabilità. E allora mostrare i muscoli, dichiarare di seguire unicamente intenti umanitari, citare la libertà, i diritti, la pace, è facile ma non è credibile. Non mi si venga a dire che, dal dopoguerra ad oggi, le nazioni occidentali, Francia compresa, abbiano usato l'ideale come mezzo dell'agire.
  • Obama? Altro figuro di basso profilo di cui tanto avevano bisogno in USA. Uno zerbino 'figo' che tanto piace ai progressisti italiani (si innamorano sempre di qualche bell'uomo straniero, chissà perché), un uomo che come il nostro Gianfranco Fini non dice niente ma lo dice bene. Navigatore a vista del destino a 'stelle e strisce', poiché chi comanda per davvero in America è altro, sono altri e stanno altrove.
  • Il caso Libia è sotto gli occhi di tutti. Un despota – ma prima osannato dal suo popolo allorché prese il potere 40anni fa – come ce ne sono tanti in giro per il mondo, che vende il preziosissimo oro nero a mezza Europa, dissociandosi, per così dire, dalle corporations americane e imponendo un mercato in 'solitaria', che poco o punto piace ai padroni del vapore.
  • L'ONU è l'ente più inutile che globo terracqueo abbia mai visto in millenni di storia. Inutile e costosissimo. Tavolo dell'alta democrazia mondiale? Ma per favore. Lì, comanda chi comanda da sempre. Segue scodinzolante i desideri di tizio e caio, in ogni situazione problematica che si affacci all'orizzonte.

Questi sono i protagonisti, si fa per dire, nello scenario di guerra che vedrà il Mar Mediterraneo come convitato di pietra. E l'Italia, chiederete voi? Mah, la realpolitik richiede la nostra adesione parziale alla missione di guerra (ma questa parola non la troverete spesso sui giornali e in tivvù), stabilita dai dettami ONU e per lealtà NATO; quindi noi non ci saremo alla spartizione del bottino. Il nostro premier si è esposto molto con il leader libico Gheddafi. Il raìs è un beduino, capace di difendersi pure a mani nude, non teme certo le bombe né la politica muscolare di Sarkò né il fratello Obama. Anzi, potrebbe a fronte di una sconfitta probabile se non già annunciata, tirar fuori l'asso nella manica e creare qualche fastidio non indifferente a tutti gli ospiti non invitati. Dicevo di Berlusconi. Capirete tutti che il Cavaliere ha pochissimo spazio di manovra a livello internazionale. Ha onorato gli impegni in Iraq e Afghanistan, non poteva quindi sottrarsi alle richieste di intervento sul fronte libico dal duopolio ONU/NATO. Il nostro passato in terra africana non è certo da incorniciare, sebbene abbiamo pagato profumatamente Gheddafi per i danni di guerra. Un ombra ci segue da quasi un secolo. Ma la necessità di fabbisogno energetico travalica ogni ragionamento ideale. Qualcuno ha parlato di sudditanza nostra nei confronti del dittatore libico. Una sentenza cinese recita: chi mendica non può scegliere.

È giusta una guerra in Libia? Le ragioni di un intervento militare al fine di proteggere un popolo dalla follia di un despota, ce ne sono a iosa. Ma è comunque giusta una guerra? No! Perché bisognerebbe usare lo stesso metro con tutte quelle nazioni dove una dittatura impone terrore e violenza per governare. E allora? Non si finirebbe più di combattere. I bombardamenti umanitari, sono una contraddizione in termini. Le bombe intelligenti? Non esistono. Nazioni eticamente superiori? Non esistono. Ideali alti? Chi li incarna? E poi, amici del blog, è sì giusto disarmare il dittatore, ma il dubbio permane forte: in Libia c'è il petrolio.



giovedì 3 marzo 2011

UNDERWORLD


 



LA CRISI DEL MONDO MODERNO
RENÉ GUÉNON

PREFAZIONE DELL'AUTORE

Che si possa parlare di una crisi del mondo moderno, prendendo la parola "crisi" nel suo significato piú comune, è cosa che i piú ormai non mettono in dubbio; e, almeno a questo riguardo, si è prodotto un mutamento abbastanza sensibile rispetto al periodo che immediatamente ci precede: per la forza stessa degli avvenimenti, certe illusioni cominciano a dissiparsi e noi, da parte nostra, non possiamo che rallegrarcene, poiché, malgrado tutto, in ciò si ha un sintomo già buono, l'indizio di una possibilità di rettificazione della mentalità contemporanea, qualcosa che appare come una debole luce in mezzo al caos attuale. I casi che la fede in un "progresso" indefinito, prima considerata come una specie di dogma intangibile e indiscutibile, non è piú ammessa cosí generalmente; alcuni intravvedono piú o meno vagamente, piú o meno confusamente, che la civiltà occidentale, invece di continuare sempre a svilupparsi nello stesso senso, potrebbe pur subire un giorno un arresto o perfino crollar del tutto per via di qualche cataclisma. Forse costoro non vedono chiaramente ove risiede il pericolo, e le paure chimeriche o puerili che essi talvolta manifestano provano a sufficienza il persistere di non pochi errori nella loro mente. Tuttavia è già qualcosa che essi sospettino un pericolo, anche se essi lo presentono, più che non lo comprendano per davvero, e giungano a concepire che questa civiltà, di cui i moderni sono cosi infatuati, non occupa un posto privilegiato nella storia del mondo: essa può aver la stessa sorte di tante altre già scomparse in epoche piú o meno lontane, alcune delle quali non hanno lasciato che tracce minime, vestigia appena percettibili o difficilmente riconoscibili.
Se dunque si dice che il mondo moderno subisce una crisi, ciò che cosi si vuole abitualmente esprimere è che esso è giunto ad un punto critico, o, in altri termini, che a breve scadenza, volendolo o no, in un modo piú o meno brusco, con o senza una catastrofe, dovrà inevitabilmente sopravvivere un mutamento di orientazione. Questo significato dato al termine "crisi" è del tutto legittimo e corrisponde in parte a quel che noi stessi pensiamo: ma solo in parte, poiché, ponendoci da un punto di vista più generale, noi crediamo che tutta l'epoca moderna nel suo insieme rappresenti per il mondo un periodo di crisi. Sembra d'altronde che ci si avvicini alla soluzione, il che rende oggi piú particolarmente sensibile che in qualsiasi altro periodo il carattere anormale di uno stato di cose il quale dura già da qualche secolo, ma le cui conseguenze mai furono cosi visibili quanto ora. Questa è anche la ragione per cui gli avvenimenti oggi si svolgono con una velocità accelerata. Ciò, senza dubbio, può continuare ancora per qualche tempo, ma non indefinitamente Ed anche se non si è in grado di fissare un limite preciso, pure si ha l'impressione che un simile stato di cose non può durare ancora per molto.
Nella parola "crisi" sono però contenuti anche altri significati che la rendono ancor più atta ad esprimere quanto vogliamo dire. Infatti la sua etimologia, che spesso nell'uso comune si perde di vista, ma alla quale bisogna riportarsi cosi come si deve sempre fare quando si vuoi restituire ad una espressione la pienezza del suo senso proprio e del suo valore originario - la sua etimologia, dicevamo, la fa in parte apparire come un sinonimo di " giudizio " e di " discriminazione". La fase da dirsi propriamente critica in un qualunque ordine di cose è quella che conduce a breve scadenza ad una soluzione favorevole o sfavorevole, è quella in cui interviene una decisione, in un senso o nell'altro. Di conseguenza, è allora che è possibile formulare un giudizio circa i risultati acquisiti, soppesare il "pro" e il "contro", operando una specie di discriminazione dei risultati, positivi gli uni, negativi gli altri, e veder cosi da che parte la bilancia s'inclina definitivamente. Beninteso, noi non abbiamo affatto la pretesa di fare in modo completo un tale bilancio, cosa che d'altronde sarebbe prematura, poiché la crisi non si è ancora risolta, né è possibile dire quando e come lo sarà. Del resto, è sempre preferibile astenersi da previsioni insuscettibili d'esser confortate da ragioni chiaramente comprensibili per tutti e quindi correnti il rischio di esser male interpretate, tanto da aumentare la confusione, anziché eliminarla. Noi possiamo solo proporci di contribuire - fino ad un certo punto e nella misura che i mezzi di cui disponiamo ce lo permetteranno - a dare a coloro che ne son capaci la coscienza di qualcuno dei risultati che sembrano già ben definiti, e a preparare cosi, sia pure in modo assai parziale e indiretto, gli elementi da servire per il futuro "giudizio"; dopo il quale s'inizierà un nuovo periodo della storia dell'umanità terrestre.

Nella mente di certe persone, qualcuna delle espressioni ora usate evocherà senza dubbio l'idea del cosiddetto "giudizio universale" o "giudizio ultimo", e, invero, non a torto; che questa idea venga intesa letteralmente o simbolicamente, ovvero in entrambi i modi - giacché essi invero non si escludono per nulla - ciò qui poco importa, e non è questo né il luogo né il momento per chiarire interamente un tale punto. In ogni caso, quel mettere il " pro" e il " contro" sulla bilancia, quel separare i risultati positivi e negativi, di cui abbiamo detto or ora, può certamente far pensare alla ripartizione degli "eletti" e dei "dannati" in due gruppi immutabili ormai definiti. Anche se si tratta solo di un'analogia, si deve ben riconoscere che è almeno una analogia legittima e ben fondata, conforme alla natura stessa delle cose. Il che esige qualche spiegazione ulteriore.
Non è certo a caso che tante menti siano oggi ossessionate dall'idea della "fine del mondo" cosa, in parte, da deplorare, poiché le stravaganze alle quali questa idea mal compresa dà luogo le divagazioni "messianiche" che ne seguono in vari ambienti, tutte queste manifestazioni procedenti dallo squilibrio mentale dell'epoca nostra, non fanno che aggravare questo stesso squilibrio, e in una misura non del tutto indifferente. Ma, in fondo, è pur certo che qui si ha un fatto, di cui non possiamo esimerci di tener conto. Allorché si constatano cose del genere, l'attitudine piú comoda è certo quella che consiste nello scartarle senz'altro, nel considerarle errori o fantasticherie senza importanza. Noi tuttavia pensiamo che, per quanto si tratti effettivamente di errori, sia opportuno, si denunciarli come tali, ma cercare anche le cause che possono averli provocati e la parte di verità piú o meno deformata che, malgrado tutto, può trovarvisi contenuta, poiché l'errore, non avendo in fondo che una forma negativa di esistenza, non può presentarsi mai come errare assoluto e come tale è, una parola vuota di senso. Considerando le cose in questo modo, ci si accorge facilmente che l'anzidetta preoccupazione della "fine del mondo" è strettamente legata allo stato di malessere generale nel quale noi presentemente viviamo: il presentimento oscuro di qualcosa che sta per finire, agendo incontrollatamente su certe imaginazioni, vi produce in modo del tutto spontaneo imagini disordinate e spesso grossolanamente materializzate, che a loro volta si traducono esteriormente nelle stravaganze, cui abbiamo or ora alluso. Una tale spiegazione non è però una scusa per quest'ultime: o, almeno, se si possono scusare coloro che cadono involontariamente nell'errore, perché a ciò predisposti da uno stato mentale di cui non sono responsabili, ciò non potrebbe mai essere una ragione per scusare l'errore stesso. Del resto, per quel che ci riguarda, non ci si potrà certo rimproverare una indulgenza eccessiva per le manifestazioni "pseudoreligiose" del mondo contemporaneo, non meno che per tutti gli errori moderni in genere (1). Noi sappiamo perfino che alcuni sarebbero piuttosto tentati di rimproverarci il contrario, e forse ciò che noi qui diciamo farà loro meglio comprendere come è che noi consideriamo quest'ordine di cose, sforzandoci di porci sempre dal solo punto di vista che importi, quello della verità imparziale e disinteressata.
Non è tutto : una spiegazione puramente "psicologica" dell'idea della "fine del mondo" e delle sue attuali manifestazioni, per legittima ch'essa sia sul suo piano, ai nostri occhi non saprebbe apparire del tutto sufficiente. Fermarsi ad essa, significherebbe lasciarsi influenzare da una di quelle illusioni moderne, contro cui noi insorgiamo dovunque se ne presenti l'occasione.
Noi dicevamo che certe persone sentono confusamente la fine imminente di qualcosa di cui esse non possono definire con esattezza la natura e la portata; bisogna ammettere che di ciò esse hanno una percezione effettivamente reale, benché vaga e soggetta a false interpretazioni o a deformazioni imaginative, giacché, quale si sia questa fine, la crisi che in essa deve necessariamente sboccare è visibilissima e una quantità di segni non dubbi e facilmente riconoscibili conducono tutti in modo concordante alla stessa conclusione. Questa fine non è certo la "fine del mondo", nel senso totale in cui molti vogliono intenderla, ma è almeno la fine di un mondo: e se quel che deve finire è la civiltà occidentale nella sua forma attuale, è comprensibile che coloro che si sono abituati a non veder più nulla fuor di essa, a considerarla come "la civiltà" per eccellenza, credano facilmente che tutto finirà con essa e che, se essa scomparirà, sarà veramente "la fine del mondo".
Noi diremo dunque, per ricondurre le cose alle loro giuste proporzioni, che sembra invero che noi ci avviciniamo alla fine di un mondo, cioè alla fine di un'epoca o di un ciclo storico, il quale può d'altra parte essere in corrispondenza con un ciclo cosmico, secondo quel che nel riguardo viene insegnato da tutte le dottrine tradizionali. Già nel passato vi sono stati molti avvenimenti di questo genere e senza dubbio ve ne saranno ancora molti nell'avvenire; avvenimenti d'importanza varia, a seconda che con essi si terminano dei periodi più o meno vasti e che essi concernono l'insieme dell'umanità terrestre, ovvero l'una o l'altra delle sue parti, una razza o un popolo determinato. Vi è da supporre che allo stato presente del mondo il cambiamento che interverrà avrà una portata assai generale e che, quale si sia la forma da esso rivestita e che noi non cercheremo affatto di definire, investirà piú o meno l'intera terra. In ogni caso, le leggi che reggono siffatti avvenimenti possono essere applicate analogicamente a tutti i gradi o piani; onde quel che si può dire sulla "fine del mondo" nel senso più completo possibile, ma tuttavia di solito riferito al solo mondo terrestre, resta vero, nelle dovute proporzioni, anche per il caso della semplice fine di un qualunque mondo, intesa in un senso assai più ristretto.
Queste osservazioni preliminari aiuteranno molto a far capire le considerazioni che seguiranno. In altre opere, noi abbiamo già avuto l'occasione di far assai spesso cenno alle "leggi cicliche". Riuscirebbe forse arduo esporre completamente tali leggi in una forma facilmente accessibile alle menti occidentali; tuttavia è necessario aver qualche nozione sull'argomento, dato che ci si voglia formare un'idea vera di quel che è l'epoca attuale e di ciò che essa propriamente rappresenta nella storia del mondo. Per cui noi cominceremo col mostrare che i caratteri di siffatta epoca son proprio quelli che le dottrine tradizionali hanno indicato in ogni tempo per il periodo ciclico a cui essa corrisponde; il che equivarrà anche a mostrare che quanto da un certo punto di vista è anomalia e disordine è tuttavia l'elemento necessario di un ordine piú vasto, la conseguenza inevitabile delle leggi che reggono lo sviluppo di ogni manifestazione. Del resto - diciamolo subito - ciò non costituisce una ragione per limitarsi a subire passivamente il perturbamento e l'oscurità che sembrano momentaneamente trionfare, poiché, se così fosse, non avremmo che da starcene in silenzio. Ragione invece vi è di lavorare, finché sia possibile, per preparare l'uscita da questa "età oscura", la cui fine più o meno prossima, benché non del tutto imminente, è già preannunciata da molti indizi. Anche questo rientra in un'idea superiore di ordine, poiché ogni equilibrio è il risultato della azione simultanea di due tendenze opposte; se l'una o l'altra di esse potesse interamente cessar di agire, l'equilibrio sarebbe perduto per sempre e il mondo stesso svanirebbe. Ma una tale supposizione sta fuor della realtà, i due termini di una opposizione non traendo senso che l'un dall'altro. Quali possano pur essere le apparenze, si può esser sicuri che tutti gli squilibri parziali e transitori concorreranno, alla fine, a realizzare l'equilibrio totale.

(1) Il Guénon ha esaminato e criticato le forme più caratteristiche delle correnti pseudoreligiose contemporanee soprattutto nelle due opere L'Erreur Spinite e Le Théosopbisme (N.d.T,).




Più volte ho accennato alla presenza diabolica in ambiti considerati agnostici per antonomasia come quelli dei Consigli d'Amministrazione delle corporations, piuttosto che in fatiscenti rovine di chiese sconsacrate o durante incontri sabba-orgiastici di borghesucci in trasferta. Che dietro le oligarchie economico-finanziarie che governano questo nostro mondo, ci siano ben altri potentati invisibili, non è soltanto una mia fissazione. Già nel secolo precedente – senza andar troppo indietro – alcuni autori e studiosi atipici fuori da consorterie accademiche, avevano evidenziato tali connubi insani tra governi e potenze occulte. Il conte Malinsky, il filosofo francese Guènon, il barone nero Evola, per citarne alcuni in campo tradizionalista, avevano messo in luce certi aspetti sovversivi, antiumani, diabolici del mondo moderno. Dietro i movimenti culturali, scientifici, sociali, politici, economici, che si affacciavano sullo scacchiere mondiale – socialcomunismo, psicanalisi, darwinismo, rivoluzione scientifica - si annidavano forze oscure letteralmente impermanenti, eteriche, magiche.
Oggi è di moda e redditizio abbinare il diavolo/alieno ai governi, leggere dietro le quinte della storia, parlar di cospirazioni, complotti occulti. David Icke ci si è comprato casa sull'isola di Man. I primi anni del Novecento si era tutti ubriachi delle 'magnifiche sorti e progressive', si guardava al futuro con ragionevole speranza, finalmente – credevano – l'uomo si era liberato di Dio e poteva aspirare a tornare al centro dell'universo, padrone indiscusso del suo destino. Niente di più sbagliato e... pericoloso. Qualcuno tentava di denunciare il grande inganno, invano. Non c'è niente di più demoniaco che far credere all'uomo di poter fare a meno degli dèi del cielo. L'abisso è sempre dietro l'angolo.

E oggi, come vanno le cose? Ad un'analisi orizzontale, il quadro mondiale è sin troppo chiaro per chi non è affetto da ideologica miopia. Il Mondialismo usa gli strumenti dell’omologazione culturale e della globalizzazione dei mercati per realizzare l’assoggettamento politico dei Popoli. Il Grande Capitale fornisce fondi neri alle forze antagoniste operanti negli stati fuori dall'orbita americanocentrica, così scoppiano sommosse, terrorismi, guerre. La nazione ne paga le conseguenze in termini di vite umane e di indebitamento. Ecco la strategia perversa del sistema finanziario internazionale: rendere i popoli debitori, sempre e comunque. Il dominio sarà così assoluto e duraturo. Droga e mode culturali faranno il resto. Vi siete mai chiesti perché, malgrado i mezzi ingenti adoperati dai governi democratici, non siano mai riusciti a distruggere i 'cartelli' della droga mondiale? Cosa o chi c'è dietro i narcotrafficanti? Siamo proprio sicuri che la volontà dei governi sia quella di debellare il traffico di stupefacenti? Siamo proprio convinti che le organizzazioni criminali come la mafia e le triadi cinesi, non abbiano addentellati nei gangli del potere mondialista? Oppure non sono altro che strumenti di dominio paralleli a quelli istituzionali?
L’azione di contrasto da parte di chi non è stato ancora catturato e che rifiuta comunque di arrendersi non può non essere indirizzata verso la non accettazione globale, anche simbolica, dei “prodotti” del sistema di potere. Sarà un'azione individuale, coscienziale, altro non è possibile fare. Chi credeva di combattere il sistema con mezzi di contrasto politico, ideologico, militare, alla fine ha costruito lager e gulag. La medicina era peggiore del male.

I famigerati Superiori Incogniti che teosofismo e nazismo magico avevano teorizzato e paventato; queste presenze spaventose, potentissime, abitanti tra due mondi, sono frutto della fantasia degenerata di squilibrati, oppure appartengono ad una realtà, e ché realtà, parallela, abnorme, obliqua, un ordine delle tenebre che spinge, trascina, influenza gli uomini di potere per fini innominabili? La domanda è puramente retorica.

Come già accennai, a Wall Street si sente parlare, dietro il rumore di fondo, idiomi alieni.

mercoledì 2 febbraio 2011

NUOVA BABILONIA


3 Quindi egli mi trasportò in spirito in un deserto, e vidi una donna che sedeva sopra una bestia di colore scarlatto, piena di nomi di bestemmia e che aveva sette teste e dieci corna. 4 La donna era vestita di porpora e di scarlatto, era tutta adorna d’oro, di pietre preziose e di perle, e aveva in mano una coppa d’oro piena di abominazioni e delle immondezze della sua fornicazione. 5 Sulla sua fronte era scritto un nome: «Mistero, Babilonia la grande, la madre delle meretrici e delle abominazioni della terra». 6 E vidi la donna ebbra del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesú. E, quando la vidi, mi meravigliai di grande meraviglia.” (Apo 17:3-6)

Astarte, Baal, Kali, Shiva sono divinità false e menzognere, ma non per questo meno reali e presenti sotto l'epidermide della nostra storia. Hanno già edificato la Nuova Babilonia, ma noi siamo distratti da altro. Una superfortezza piramidale, accessoriata hitech, stregonica oltre ogni immaginazione, presidiata da terra cielo mare, capace di controllare ogni nostra mossa. I loro emissari sono gli awlya asc-Sciaytan, confraternita di stregoni-guerrieri, satanassi, praticanti indomiti di una ascesi inversa, veri e propri contraltari dei cavalieri della Luce. Il compito dei contro-iniziati è quello di cooptare donne e uomini in grado di assicurare un regime capace di distruggere l'anima della civiltà; e chi meglio degli gnomi della finanza e delle grandi famiglie dell'economia mondialista? Films giornali web editoria televisione, vengono da loro regolarmente finanziati allo scopo di diffondere il nuovo verbo: la regressione all'insegna del neo-illuminismo. Le èlites salverebbero il mondo, con il benessere economico per tutti e la felicità sensoriale delle masse, in realtà stanno attuando progressivamente la povertà più feroce, quella sia materiale che morale. Lo svuotamento della civiltà di ogni principio superiore, valore, cultura; ecco il piano mondialista. Lo stupro della nostra civiltà è iniziato quando si è occultata l'antica fiamma d'Occidente. Gli ultimi due secoli son stati decisivi al compimento del crimine immondo. Pochi se ne sono accorti. Ci hanno fatto credere che ogni passo in avanti e relativo allontanamento dal passato, sia un incremento di valore. La tecnica, la scienza, le categorie politiche come la democrazia, lo stato sociale, l'economia, rappresentano il nuovo nirvana, il miglior mondo possibile. Perfino le religioni si dovranno adeguare, pena la loro fine. Più volte ho sostenuto che dietro ad ogni mobilitazione di massa, moda culturale, ideologia, interessi, vi sono forze occulte che obbediscono ad un ordine delle tenebre. Più volte ho lasciato intendere che vi è un esoterismo, in questo caso nero come la pece, che influenza e governa questo nostro mondo e che scarse, sparpagliate sono le forze che si oppongono alla dissoluzione.

Accennavo alle divinità false e bugiarde. Ebbene, le ritroviamo letteralmente in mezzo ai mattatoi generati da guerre etniche, religiose, spudoratamente di conquista. Le ritroviamo pure nei salotti radical chic dei nuovi maestri del pensiero di morte; a Wall Street, dove è allestito un piccolo tempietto dedicato ad Iside. Sono operanti dietro le angosce, le disperazioni, le follie di milioni di anime. Tali divinità infere son sempre al passo coi tempi, infatti come in un grande set cinematografico, allestiscono le manifestazioni cosiddette aliene, i grigi per intenderci, finti extraterrestri che tengono in scacco una buona parte degli ufologi e dei contattisti. La pantomima aliena continua a far girare la testa a tutti quei ricercatori impegnati giornalmente a tracrivere centinaia di pagine dai colloqui con gli addotti, i medium riveduti e corretti del XXI° secolo. Ora, in questa fantasylandia di rivelazioni, di nuovi vangeli, santi, escort, iniziati veri presunti improbabili, si muovono con disinvoltura i satanassi - awlya asc-Sciaytan – i reali governativi meninblack e mai come in questo caso la denominazione è pertinente. Storditi come siamo da tivvù, congiunture internazionali, rivoluzioni, terrorismo, servizi sempre deviati (ma riusciranno mai a camminare diritto?), scandali abilmente orchestrati o stupidamente provocati, magistrati che si sentono padreterni senza macchia e senza paura, politica da operetta o da tragedia, a scelta, santorosavianofaziomania, obamiani a prescindere, democratici sinceri, fascisti che hanno perso il treno perché solo un tempo erano in orario... comunisti con audi, avete capito bene, audi non edizioni Einaudi; ebbene, in questo guazzabuglio farsa che scadrà in dramma, aspettando il 2012, cosa resta, cosa ci resta se non lo stordimento, il disorientamento. Ci vorrebbe una bussola per anime inquiete, che desiderano verità, bellezza, libertà, senza se e senza ma. Ci vorrebbe serietà, perché la vita è una cosa seria e non può essere gettata al vento per provare l'ebrezza dello sballo da coca o da sesso banale, o per soddisfare il proprio insaziabile egoismo. La nostra esistenza ha uno scopo, un significato, un'idea superiore, contro tutte le ideologie riduzioniste e nichiliste. Dietro l'angolo potremmo incontrare il nostro peggior incubo e se non saremo pronti, ci coglierà disarmati e saranno c**** amari, come diceva Scandurra. La Nuova Babilonia non farà prigionieri.

sabato 22 gennaio 2011

I REGNI NASCOSTI DELLA MAGIA NERA




Ho condotto lunghe ricerche sul tristemente noto mago britannico Aleister Crowley (1875-1947). Ho raccolto studi sul suo materiale, come i cappelli, le canne da passeggio, i libri, i manoscritti, i quadri, i suoi paraphernalia (ossia i paramenti e gli attrezzi usati dal mago inglese durante i suoi riti). Diversamente da una certa letteratura crowleyana compiacente, quando non addirittura propagandistica, ma anche al di là degli studi di autori cristiani di mera stroncatura; ecco, a parte la pubblicistica parolaia, il mio intento era quello di trovare dei riscontri precisi sull'attività effettiva del mago inglese, ossia il piano perverso di aprire brecce eterico-psichiche nella nostra realtà ordinaria, onde far passare torme di demoni planetari. Come ho già affermato in altro post, quell'uomo non fu soltanto un depravato, un tossico. Crowley compì un'operazione diabolica e criminale unica del suo genere nel XX° secolo, sebbene nessun tribunale al mondo potrebbe condannarlo. Le conseguenze di tale misfatto furono e sono drammatiche. Ho potuto toccar con mano quanto è riuscito a fare, e chi è un po' al dentro di cose magiche, si renderà conto della gravità del suo operare. In poche parole, ogni volta che un occultista, anche il meno esperto, proverà ad entrare nei Regni Nascosti ri-pristinati da Crowley, assumerà una sorta di marcatura psichica di accesso. Per i più sarà un'esperienza destabilizzante - depressioni e disturbi dell'umore - mentre i pochi qualificati saranno compensati – si fa per dire – ottenendo il privilegio di diventare supporti magici per migliaia di demoni, in lista di attesa dal dopoguerra. Il secolo appena passato ha prodotto su più fronti disastri non più neutralizzabili, in politica, a livello tecnico, scientifico, sociale, le cause non vanno però ricercate nei movimenti di massa, nelle ideologie o per le scoperte nel campo della fisica e della biologia. Su piani nascosti si son stabilite le forme eteriche idonee, che hanno trovato luoghi e persone catalizzatrici, magari ritualizzandosi in un lugubre salone di un vecchio maniero, in una stanza d'albergo, presso lo studio di notabile, sul ponte di una nave da crociera, nella sala di un consiglio di amministrazione di una più che nota dinastia di banchieri.

Cosa si è fatto per contrastare i Regni Nascosti? Non bastano dichiarazioni di principio, parole di condanna al satanismo. Da anni noto in ambienti spiritualistici, una tendenza egoistica a ricercare la conoscenza allo scopo di una non meglio identificata salvezza o di un'acquisizione di poteri. Qui ci vogliono donne e uomini di desiderio, che perseguano il Bene, il Vero, la Luce senza interessi personali, disposti a difendere la propria anima e quella dei più deboli. Per un senso di rigetto comprensibile nei confronti delle confessioni religiose che stentano a difendersi dalla secolarizzazione, si persegue una via individualistica, superomistica, o si presta culto a nuove/vecchie divinità. Il pericolo è di disperdere la propria vita in vane illusioni, o peggio, di piegarsi all'oscuro signore. Scandurra mi diceva di cercare l'idea della magia nelle cose e nel mondo. Ciò che è elfico. Si tratta di un senso di libertà, un desiderio di infinito. È il ritorno a casa dopo un lungo viaggio. E non c'è niente di meglio che farlo in buona compagnia.