domenica 20 marzo 2016

Dietro le quinte della realtà

Conosco le cause economiche e politiche che condussero allo scoppio della prima guerra mondiale; ma chi fu ad armare la mano di Gavrilo Princip, il killer di Sarajevo? O l'assassino di JFK? E chi uccise il premier svedese Olof Palme? La lista di ammazzamenti di uomini decisivi per le sorti dei popoli, è sterminata. C'è un livello di realtà che gli storici non possono raggiungere, perché è al di là della portata umana. Oltre lo sguardo, oltre il pensiero, c'è qualcosa o qualcuno. Devastazioni, rovine, fiumi di sangue, hanno tutti una doppia firma: l'uomo e il diavolo. 
Le guerre, c'è chi le scatena e chi deve subirle; e spesso non è possibile distinguere bene le parti. Comunque sia, non ce n'è stata mai una che non abbia infine ridotto in condizioni pietose vincitori e vinti. Certo che l'uomo è responsabile, quando sa veramente quello che fa; ma non si può dire sia un caso frequente. Il più delle volte si comporta come chi abbia ricevuto una suggestione post-ipnotica - è questo ciò che sostengo sul questo blog; fa quello che gli è stato comandato, credendo di agire di testa propria. Il suo discernimento del bene e del male è imperfetto, avrebbe bisogno di aiuto e potrebbe averlo dalle potenze della Luce, ma si guarda bene dal chiederlo: orgoglio e presunzione glielo impediscono.
La psicologia moderna identifica nell'inconscio (luogo-non-luogo sito nei bassifondi della psiche) il responsabile principale di tante sventure umane, individuali e collettive. Una artificiosa spiegazione, comoda alla fine, per non usare il nome di Satana, che il culturame egemone ha messo al bando da tempo. In realtà l'inconscio non è solo una sorgente autonoma di impulsi, un deposito di memorie latenti, un inventore di favole o di orrori; è anche un tramite, una via d'accesso che può aprirsi agli influssi più diversi. 
Ci sono delle domande che gli storici non amano porsi perché si troverebbero in imbarazzo, se dovessero dare una risposta. Perché le rivoluzioni non raggiungono mai gli scopi prefissi, anzi, finiscono per conseguirne altri imprevisti e addirittura opposti? "Eterogenesi dei fini", dicono i filosofi, ma questa è una constatazione e non spiega niente. E' un fatto: tutti i sogni di rinnovamento, di palingenesi terrene (è la nuova frontiera di certo cattolicesimo moderno), non arrivano mai a verificarsi, per quanto dolore, per quanto sangue sia costato lo sforzo inteso ad attuarle. Tutto avviene, sempre, come se il pendolo della storia trascinasse l'umanità da un errore a quello opposto, da una situazione avvilente e penosa ad altra dove l'ingiustizia organizzata è anche più pesante. Si pensi agli esiti della tanto celebrata (dai comunisti occidentali) rivoluzione bolscevica; alla condizione drammatica dei contadini francesi dopo l'avvento del potere giacobino; alla abolizione delle libertà religiose dopo la proclamazione dei grandi principi. 
E che dire dell'apparente, già, apparente democrazia diffusa in Europa e negli USA, dove il potere e le risorse sono appannaggio di pochi oligarchi (ma chi c'è dietro a muovere i fili?) che fanno ancora credere che si viva nel migliore dei mondi possibili, e dove i popoli perdono progressivamente quote di libertà e sovranità nazionale, in nome di un Nuovo Ordine Mondiale, puzzolente e criminale leviatano che tutto divora e uccide? O ritenete veramente di vivere liberi e di avere la capacità reale di scegliere la forma politica e i suoi rappresentanti? Se siete così integrati al sistema, non c'è speranza, perché le sbarre della prigione diventano effettivamente invisibili... eppur ci sono, certo che ci sono.
Ogni volta che la bilancia della storia si inclina dal lato positivo, subito ha inizio la lenta, terribile discesa verso il lato opposto. Pochi uomini hanno tentato di affrancarsi da certe immonde influenze, pochi perché la conoscenza di energie, potenze, entità di ordine barontico non sono alla portata di tutti. Certi saperi sono trasmissibili da maestro a discepolo con grandi difficoltà, e non molti son disposti a sacrificarsi sul campo di battaglia tra Luce e Tenebre. Il luogo dove si combatte è prima di tutto la propria anima, e soltanto dopo si ripercuote all'esterno, ma se non vinciamo prima la guerra interiore non avremo nessuna possibilità di vittoria sul mondo. 
Noi proseguiamo la nostra corsa verso l'ignoto. Intanto anche il ritmo dei cambiamenti è cambiato: ciò che un tempo si misurava a secoli ora si misura ad anni. Tutto rotola giù più velocemente. Il tempo si sta esaurendo. Crediamo di domare la natura, ma poi ci sfugge la padronanza del nostro destino.  Qualcuno denuncia i limiti dello sviluppo, grida la distruttività del capitalismo, ma non basta; altri, la maggioranza, rimangono inebetiti e impotenti di fronte all'ultima sfida, quella della fine di un mondo, che arriva in silenzio per poi scuotere le fondamenta dell'Universo. La Terra non è una palletta insignificante che galleggia nello spazio; siamo un crocevia di Piani dimensionali, e perciò quanto accade qui si riverbera molto lontano...

domenica 14 febbraio 2016