Viviamo
il Kali Yuga, una stagione che nell'immaginario mitico indù sta a indicare
l'età oscura, l'ultimo momento ciclico prima di un nuovo Satya. È il declino appena prima della fine: caduta
di ideali, estetica, assenza di stile. Mancano i sogni. Eppure noi, nei
momenti più disperati dell'esistenza si guarda al sogno come a qualcosa di vivo
che è lì davanti a te, lo puoi andare a cogliere con le tue mani. Io e forse pochi
altri ci rivolgiamo ai non dormienti, tanto per usare
un'espressione guenoniana, ricordando che la verità non è quella che appare.
Il
nostro è un paesaggio popolato da inquieti cercatori di segreti runici, ma declinati
nell'oggi, come un memoriale di cui non puoi fare a meno perché è una seconda
pelle. Siamo una genia di gente in rivolta con il proprio tempo,
meravigliosamente solitari, inguaribilmente amanti della bellezza della
differenza. Dobbiamo rimanere sempre liberi, sapendo di dover scegliere ad ogni
crocicchio.
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