sabato 14 maggio 2011

BERLUSCONI NON C'ENTRA

Lo stato delle cose in Italia, intendo politico sociale culturale spirituale, sembrerebbe pessimo, caotico, dove un despota camuffato da showman governerebbe secondo interessi propri, fregandosene altamente del popolo. Così dicono i cosiddetti ben informati della fabbrica del consenso, ossia l'elite mediatico-intellettuale che, in realtà, domina  i poteri forti dal dopoguerra ad oggi. L'egemonia della sinistra in Italia, non è una leggenda metropolitana, è pura e semplice realtà fattuale. Scuola, giornali, editoria e in tutti quegli ambiti dove si fa opinione, state sicuri che sono occupati da una certa ideologia, quella progressista, tramite i suoi più allenati campioni, sinceri democratici, politicamente corretti, che impartiscono al popolo-bue cosa si deve pensare fare divertire cantare leggere votare. Però lo fanno dall'alto della loro superiore categoria antropologica, loro sì che sono 'colti e mangiati'. Scusate la battuta. Ma non è tutto. Col '68 c'hanno raccontato che la rivoluzione permanente era buona e bella, ci avrebbe liberato finalmente dai tabù cristiani, conservatori, passatisti. Col '68 una nuova era per l'Italia e il mondo occidentale sarebbe giunta, travolgendo il vecchio, il nostalgismo, i dogmi, Dio stesso. Tutti saremmo stati più liberi di fare il porco comodo nostro, abbandonando i logori vestiti dell'ordine, della disciplina, dei limiti, della famiglia tradizionale, perfino il sesso si sarebbe trasformato in una piacevole fogna di pulsioni, istinti, desideri estremi, e tutto questo senza sensi di colpa per assaporare di nuovo la mela edenica. I cattivi maestri di quegli anni, filosofi sociologhi psichiatri letterati-underground, ebbero un successo straripante ed insieme alla musica rock, o meglio, ad un certo messaggio che alcune rock-band trasmettevano, giuravano di far fuori il vecchio per un radioso futuro senza lacci né autorità. Uccisero il padre, che invece di fare il padre doveva diventare amico dei figli; uccisero la bellezza, l'estetica, l'arte, sostituendole col caos, l'informe, il patologico, il subconscio. La nutella era intercambiabile con la merda. Basta con i luoghi comuni, dicevano, basta con la metafisica, basta con la religione, basta con la civiltà reazionaria  fascista gerarchizzata. Basta, dicevano, perché bisognava far posto al... nulla pervadente e naufragarvi come in un sogno psichedelico. Lo psicologo ci diceva che dovevamo far uscire dagli strati più profondi della nostra psiche ogni cosa, così ci liberavamo per ritrovare il vero volto dell'essere. Totem e tabù dovevano essere distrutti, abbattuti, rimpiazzati con i nuovi idoli: l'autodistruzione soffice, la violenza liberatoria, lo stupro rituale. Vietato vietare, era il motto. Sganciarsi dalle sovrastrutture del pensiero forte per aprirsi alla debolezza, alla non-resistenza, la vera e propria chiave che ci avrebbe aperto le porte della percezione. Le droghe ci avrebbero poi dato la possibilità di fuggire dalla realtà asfissiante e fascistoide; lo zen riveduto e corretto poteva far traballare l'asse fondamentale dell'uomo: la volontà, l'intelligenza e il sentimento. Le nuove spiritualità d'oriente, o meglio, alcune tecniche dell'estasi, spurgate dalle strutture religiose e teologiche, ben rappresentavano l'arma letale per distruggere l'equilibrio psicoanimico dei giovani entusiasti ma con poco discernimento che si affacciavano alla vita. Il '68 ha fatto tanti e tali danni nella coscienza d'occidente che ancora ne paghiamo gli effetti. Ma non è finito il pericolo. Anzi. Il movimento si è arrestato, ma non è stato sconfitto chi lo ha ideato a tavolino. Il Potere, quello vero, reale, il leviatano pauroso, terrorizzante che dagli abissi marini sale in superfice per spallare tutto ciò che incontra, quel potere infero oggi è folle, disposto a tutto.   Usa armi le più sofisticate, quelle per il controllo psichico e cellulare, armi batteriologiche a discriminazione etnica, scie chimiche per i nostri cieli, manipolazioni climatiche e con l'aiuto dei saturniani, capace di distruzione geologica. Se prima usò la cultura per sovvertire il mondo, ora colpirà durissimo, fino alla fine dell'umanità. È un Potere folle, sì, senza più controllo, per tale motivo è imprevedibile. Cosa possiamo fare per difenderci dall'avanzante nulla? Abbiamo ancora la possibilità di restaurare l'antico assetto? Siamo capaci di distinguere il vero dal falso? Oppure abbiamo toccato il fondo e non riusciamo più a risalire? Io scorgo perfino in quegli anni destabilizzanti, i settanta, alcune fiammelle, che tra il caotico e l'oscuro sono sopravvissute, parlo della voglia di conoscere, sperimentare, lo slancio vitale verso l'alto, senza compromessi e senza chimiche. Tendo per cultura a separare l'essenziale dal superfluo, e vedo anime ritte, salde, di fede, magari senza religione ma alla ricerca del divino. Ecco, su queste vale la pena investire tutto ciò che abbiamo.

Attenti, però. Quando perdi il paradiso e smetti di credere che qualcosa di noi sopravviva a noi stessi, allora cerchi altre sopravvivenze, quelle superomistiche. Credi di poterti salvare da solo tra le rovine del mondo. Non è certo casuale che oggi il corpo sia oggetto di culto e premura da quando ha perso valore, perché non attendiamo più che risorga. In special modo in certi ambientini magico-esoterici, quelli che si autocertificano adepti, si ritengono speciali per compensare la perdita di eternità. Con questa presunzione, non c'è più posto per la Tradizione. Si crede che 'tutto converge in me, centro del mondo, non ci può essere altro, né prima né dopo'. Quindi se mi sento speciale, non ci può essere continuità, il filo si spezza. Si commette il più tragico degli errori, scambiare il desiderio con la realtà e la fantasticheria dal sapore gnostico con la Vita vera. Mettiamocelo bene in testa amici del blog; prendete appunti se necessario: noi siamo interpreti, strumenti che nel momento in cui scegliamo liberamente il Cielo, diventiamo come fili attraverso i quali passa la corrente elettrica, non siamo la luce, ma canali di afflusso che permettono alla luce di accendersi.

"Non mi sento tanto bene, però vedo lontano".

"Sotto induzione ipnotica incontro il mio angelo. Magari è un po' alieno e conturbante. Magari vorrebbe possedermi. Però vuoi mettere? Mi connetto con gli antichi dèi. Forse saranno buoni con me."
Tutto ciò che è quiete è bene. Tutto ciò che sale converge. Queste sono le coordinate per giungere  alla vera liberazione. (Angelo Ciccarella)

3 commenti:

  1. la prospettiva che proponi rinvigorisce lumi che gia brillavano nella testa .non fa una grinza.ma non possiamo sempre passare dalla padella alla brace. ..ecco io cancellerei quel "sembrerebbe" all inizio del post perche se non è cosi allora io non c'ho capito una mazza per 20 anni e non mi sembra proprio.

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  2. @silke
    Quel 'sembrerebbe' è messo lì in modo paradossale. Ogni uomo libero sa in che mondo vive, il peggiore dei mondi possibili. Non è questione di regime politico, o almeno non soltanto, è questione di mancanza di centro, non abbiamo più un codice da onorare, un riferimento da puntare. Se non vendiamo la nostra dignità, la tradizione che ci ha reso grandi, possiamo resistere degnamente.

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  3. grazie per la tua risposta che schiarisce e rende piu nitidi alcuni concetti di non facile interpretazione....e naturalmente non posso che affermare e condividere cio che scrivi."non ci sono piu le stagioni di una volta", non sono piu luoghi comuni........

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