domenica 20 marzo 2011

FINCHÈ C'È GUERRA C'È SPERANZA



  • Sarkozy è uomo che gioca a fare l'uomo forte, deciso, cazzuto per usare un francesismo. In realtà è una delle tante mezzecalzette del panorama politico occidentale. Perché? Semplice, perché eterodirette, quindi a bassa responsabilità. E allora mostrare i muscoli, dichiarare di seguire unicamente intenti umanitari, citare la libertà, i diritti, la pace, è facile ma non è credibile. Non mi si venga a dire che, dal dopoguerra ad oggi, le nazioni occidentali, Francia compresa, abbiano usato l'ideale come mezzo dell'agire.
  • Obama? Altro figuro di basso profilo di cui tanto avevano bisogno in USA. Uno zerbino 'figo' che tanto piace ai progressisti italiani (si innamorano sempre di qualche bell'uomo straniero, chissà perché), un uomo che come il nostro Gianfranco Fini non dice niente ma lo dice bene. Navigatore a vista del destino a 'stelle e strisce', poiché chi comanda per davvero in America è altro, sono altri e stanno altrove.
  • Il caso Libia è sotto gli occhi di tutti. Un despota – ma prima osannato dal suo popolo allorché prese il potere 40anni fa – come ce ne sono tanti in giro per il mondo, che vende il preziosissimo oro nero a mezza Europa, dissociandosi, per così dire, dalle corporations americane e imponendo un mercato in 'solitaria', che poco o punto piace ai padroni del vapore.
  • L'ONU è l'ente più inutile che globo terracqueo abbia mai visto in millenni di storia. Inutile e costosissimo. Tavolo dell'alta democrazia mondiale? Ma per favore. Lì, comanda chi comanda da sempre. Segue scodinzolante i desideri di tizio e caio, in ogni situazione problematica che si affacci all'orizzonte.

Questi sono i protagonisti, si fa per dire, nello scenario di guerra che vedrà il Mar Mediterraneo come convitato di pietra. E l'Italia, chiederete voi? Mah, la realpolitik richiede la nostra adesione parziale alla missione di guerra (ma questa parola non la troverete spesso sui giornali e in tivvù), stabilita dai dettami ONU e per lealtà NATO; quindi noi non ci saremo alla spartizione del bottino. Il nostro premier si è esposto molto con il leader libico Gheddafi. Il raìs è un beduino, capace di difendersi pure a mani nude, non teme certo le bombe né la politica muscolare di Sarkò né il fratello Obama. Anzi, potrebbe a fronte di una sconfitta probabile se non già annunciata, tirar fuori l'asso nella manica e creare qualche fastidio non indifferente a tutti gli ospiti non invitati. Dicevo di Berlusconi. Capirete tutti che il Cavaliere ha pochissimo spazio di manovra a livello internazionale. Ha onorato gli impegni in Iraq e Afghanistan, non poteva quindi sottrarsi alle richieste di intervento sul fronte libico dal duopolio ONU/NATO. Il nostro passato in terra africana non è certo da incorniciare, sebbene abbiamo pagato profumatamente Gheddafi per i danni di guerra. Un ombra ci segue da quasi un secolo. Ma la necessità di fabbisogno energetico travalica ogni ragionamento ideale. Qualcuno ha parlato di sudditanza nostra nei confronti del dittatore libico. Una sentenza cinese recita: chi mendica non può scegliere.

È giusta una guerra in Libia? Le ragioni di un intervento militare al fine di proteggere un popolo dalla follia di un despota, ce ne sono a iosa. Ma è comunque giusta una guerra? No! Perché bisognerebbe usare lo stesso metro con tutte quelle nazioni dove una dittatura impone terrore e violenza per governare. E allora? Non si finirebbe più di combattere. I bombardamenti umanitari, sono una contraddizione in termini. Le bombe intelligenti? Non esistono. Nazioni eticamente superiori? Non esistono. Ideali alti? Chi li incarna? E poi, amici del blog, è sì giusto disarmare il dittatore, ma il dubbio permane forte: in Libia c'è il petrolio.



5 commenti:

  1. Ciao Angelo, ho fatto caso anche ad un altra cosa. Parecchi leaders europei fanno viaggi di nozze, o cmq nella loro agenda nn saltano un peregrinaggio nn a Loreto, o Medjougorie o chissà dove...ma a luxor. Rituali di alta magia? cerimonie con maghi neri? Ufficializzazzione di benvenuto nella cricca dei lecca <....> e porta bandiera dell' oscurità? Sta cmq di fatto che in egitto nn hanno poi fatto tanto, mentre in libia sta per aprirsi una guerra che nn si sa neanche perchè sia stata realmente creata. Si l' oro nero, ma solo quello? Ciao compagno di viaggio

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  2. @Michele
    Le tue osservazioni su viaggi a Luxor dei potenti del mondo, è pertinente. Non c'è bisogno di formali investiture, per subire certe influenze oscure.

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  3. Ciao Angelo, sottoscrivo quasi integralmente ciò che hai scritto.
    Però mi chiedo una cosa: che senso ha il parlarne, quando questo e solo lo spettacolo per le folle, mentre dietro c'è altro?
    Vedi, forse ti annoio perchè mi rendo conto che anche in altri miei interventi io, alla fine, punto solo a sciogliere un mio problema...
    Insomma, se le fila le tirano altri perchè dobbiamo ancora continuare a preoccuparci di questi?
    Mi verrebbe da credere, se il mio ragionamento fosse giusto, che non ha senso vivere questa vita.
    Eppure anche Scandurra deve aver sentito il bisogno di farsi uomo.
    Ne deduco che ha un senso vivere "questa" vita, nonostante le molteplici manifestazioni di essa esistenti in più Universi ed in molteplici dimensioni.
    Mi chiedo se questa condizione di "essere umani" sia un qualcosa di ambito, come mi è parso di percepire una volta, mesi fa.
    Davvero, forse, sono alla ricerca del "mio" Santo Graal... perdonate gli sfoghi e le domande... e comunque, grazie.

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  4. @Giusparsifal
    Se continui a porti domande fatidiche, prima o poi lo troverai il Graal.
    Sì, sto' mondo è ambito. Perfino gli angeli ci invidiano ( a loro modo, si intende ) la dimensione terrena che a noi tanto ci grava. Posso assicurarti che da più parti, mondi e dimensioni, la Terra è una dimora interessante, come il nostro agire, anche se spesso folle, violento, egoistico, nasconde potenzialità, dinamiche, tendenze eccelse.

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  5. e su questa tua ultima risposta al gentile Giusparsifal che io stamattina rinnovo il motivo in cui convogliare mie tensioni quotidiane...talvolta s'insinua il dubbio di essere soli...confinati in una dimensione solo orizzontale e quando accade è tremendo...quando sembrano svanire determinati collegamenti o supporti intendo dire...dunque a nostro modo noi stiamo edificando il ponte di cui parli, un ponte messo su con le corde delle nostre ispirazioni
    Un saluto

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